Meridiana, fine della tregua

Per il governo, e in particolare per il ministero del Lavoro, che ha curato fin qui la difficile vertenza la decisione dell’azienda è un errore grave. Molto grave. Ieri la compagnia ha annunciato la scelta di considerare chiusa la fase sospensiva sulla procedura di mobilità. Significa quindi che si va avanti con i cosiddetti esuberi già dichiarati: oltre 1.600 posti di lavoro, con la clausola di 268 salvi. In tutto quindi gli esuberi saranno 1366.

Così si legge in una nota stampa del ministero: “La scelta di Meridiana di comunicare fuori dal tavolo del confronto la decisione di considerare conclusa la fase di tregua sulla procedura di mobilità è grave e un atto che rischia di compromettere i significativi passi in avanti compiuti nel corso del confronto”.

Il nuovo round si consumerà lunedì 27 ottobre.  Intanto, comunque, il confronto al ministero del Lavoro prosegue: l’incontro  è stato rinviato a lunedì dal ministro Giuliano Poletti, che ha chiesto tempo poter fornire risposte puntuali alle richieste di approfondimenti sugli ammortizzatori sociali avanzate dai sindacati. Nel corso dell’incontro di ieri “tutte le parti hanno dato atto del valore positivo e dell’utilità della proposta formulata dai ministeri del lavoro e dei trasporti” (incentrata su incentivi alla mobilità volontaria e al pensionamento, possibilità di riassorbimento e tentativi per ridurre gli esuberi), riferisce il Ministero: ma mentre l’azienda ha accolto la proposta, le organizzazioni sindacali hanno avanzato richieste di ulteriore approfondimento.

Il ministro Poletti: “Tutto fermo”. La diffusione della notizia, fuori dai contesti di trattativa, non ha di fatto cambiato il calendario degli appuntamenti istituzionali. Anche se le precisazioni son volate a suon di note stampa. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha infatti ribadito “la richiesta a Meridiana di non compiere alcun atto ulteriore prima della ripresa del confronto prevista per la prossima settimana”.

La posizione dell’azienda: rifiuto da parte dei sindacati.La compagnia sarda, in una nota, ha puntato il dito sul “rifiuto da parte della maggioranza dei sindacati, ha quindi deciso di considerare conclusa la fase di congelamento della procedura di mobilità (avviata sei settimane fa e poi congelata un mese fa, il 23 settembre, su invito del Governo per tentare di trovare una soluzione condivisa con i sindacati), ed ha avviato il processo di riapertura della stessa. Meridiana si impegna ora a continuare, nell’ambito dei colloqui con le organizzazioni sindacali, il percorso suggerito dal Governo nell’interesse dei dipendenti e “auspicando pertanto il completamento del processo in tempi brevi”: ora si tratta di definire lo schema di ammortizzatori sociali con copertura degli stipendi fino all’80% per altri 5 anni in aggiunta ai 4 anni di cigs trascorsi, e l’individuazione un percorso per la possibile riduzione degli esuberi fino a 268 unità. Le sigle sindacali intanto restano su posizioni diverse: da un lato Filt-Cgil, Fit-Cisl, Ugl, Usb e Apm insistono sulle posizioni espresse ieri all’assemblea dei lavoratori; dall’altra Uil Trasporti e le associazioni professionali sono più disponibili nei confronti del piano ministeriale. Le richieste dei lavoratori prevedono la cessazione delle esternalizzazioni delle attività, l’unicità aziendale e la garanzia di ammortizzatori sociali conservativi: modifiche che nel tavolo di oggi sarebbero state però giudicate “non compatibili”.

L’inchiesta che scotta. Intanto, secondo il comitato ‘Esuberi Meridiana’, la Procura di Tempio Pausania indaga sulla società. Saranno i militari della Guardia di Finanza di Cagliari ad occuparsi degli accertamenti richiesti: l’indagine è in fase embrionale e a far scattare le verifiche sono state le richieste dei sindacati Apm, Cgil e, soprattutto Usb con un esposto presentato circa un anno fa, che avevano sollecitato chiarimenti sul travaso di attività e competenze tra Meridiana Fly e Air Italy.

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