La Sardegna “terra fuori dalla routine”. L’agriturismo preferito al Billionaire

La Sardegna, si sa, rientra nell’immaginario collettivo nazional-popolare sulle vacanze estive. Una meta così comune da diventare quasi “di massa”: un italiano su due almeno una volta nella vita ha infatti trascorso una vacanza qualsiasi nell’Isola. Una scelta di routine, quindi? Tutt’altro. Come rileva un’indagine Doxa- Ichnusa (storico marchio di birra sardo) realizzata su un campione di mille persone i motivi che spingono al viaggio sono lontani dai soliti cliché degli anni Ottanta e Novanta. Non più, o non solo, si sceglie la vacanza sarda per i locali vip della Gallura a bordo caletta. Chi viene a trascorrere il suo tempo libero qui lo fa a caccia di “esperienze”. A sorpresa, quindi, il binomio apparentemente inossidabile Sardegna-Costa Smeralda cede progressivamente il passo alla Sardegna- qualità della vita. In definitiva gli agriturismi battono il Billionare – per citare un locale che rappresenta più degli altri la movida di lusso della Costa. Il turista di questi anni non si muove solo come un consumatore di immagine qualsiasi ma sceglie con consapevolezza “per abbattere – appunto – la routine”.

L’indagine e la ricerca di se stessi 

Secondo i dati acquisiti dall’indagine intitolata “Gli italiani e la routine. Fuori dalle rotte per ritrovare se stessi”, le abitudini quotidiano pesano molto all’84 per cento degli italiani, ai giovani (under 24) ancora di più (94%). Un italiano su quattro – 23 per cento – è insoddisfatto della propria vita, gli altri cercano comunque di cambiarla. Ma al di là dello scenario normale, di routine spiccano le strategie per evitare la stagnazione. Tra queste, appunto, la scelta della Sardegna come meta, ma “alternativa”.

I gusti e le scelte lontano dalla spiaggia affollata

Ma cosa piace a chi sceglie l’Isola? Perché è una terra “fuori dalle rotte”, benché molto gettonata. Ai primi tre posti non appare infatti la solita spiaggia da cartolina per il tuffo e l’ormai tradizionale selfie estivo. La prima ragione della scelta è: mangiare in un vero agriturismo dell’entroterra (con ben il 73% delle preferenze). Il passato archeologico e  le visite nei siti non sono considerate noiose, c’è chi viene nella nostra Isola a caccia della cultura di un passato lontano, tra nuraghi e rovine fenicie o romane (67%). E per quasi la metà – il 44 % – degli intervistati c’è pure l’esperienza di bere un bicchiere di birra locale, Ichnusa, sotto un albero in riva al mare. La bionda Sardegna è riconosciuta in maniera universale, al punto che Ichnusa è indicata da 9 intervistati su 10 come “la” birra sarda.  L’elenco dei motivi si compone poi da altre voci, non più di nicchia: le escursioni in luoghi insoliti (41%),  trekking nell’Ogliastra (39%) e le avventure nella Barbagia più autentica (37%).

Le strade del cibo

Il cibo a chilometro zero con la salvaguardia dei prodotti tipici è la strada giusta, come dimostrano anche i numeri positivi che registrano le aziende agrituristiche. Da circa 4 anni, secondo un focus di Coldiretti, il trend della presenza in agriturismo è positivo. Nel 2015 il boom con un più 20%, confermato con i dati del 2016. Il target, spiega Coldiretti, è rappresentato soprattutto dai 40enni con famiglia. Gli agriturismo vicini ai centri abitati e privi di camere sono meta di comitive di giovani,  Gli altri invece, dove è possibile pernottare, sono la scelta preferita dalle famiglie (60 per cento dei clienti) e dalle coppie. D’altronde per l’86 per cento del campione dell’intervista Doxa/Ichnusa “vale di più l’autenticità, la ricerca di cibi genuini, tipici di un certo territorio”. E ogni piatto deve “raccontare una storia”, per appassionare e coinvolgere il visitatore. Basta quindi cibi standard e cucina anonima.

La qualità della vita, la scelta di vita degli stranieri

E c’è chi nei nostri paesi dell’interno, molti in via di spopolamento con un destino da “estinzione”, decide di trasferirsi in pianta stabile. Lo fanno soprattutto gli stranieri più che gli italiani, secondo una scelta consapevole, “di vita”. I ritmi lenti, la varietà di paesaggi – non necessariamente marini – e la vita di comunità dei piccolissimi centri  (molti non arrivano a mille abitanti stabili) attraggono e convincono. Così tedeschi, belgi, francesi, finlandesi che non hanno legami di parentela o di lavoro scelgono la Sardegna come patria, complici anche i bassi prezzi delle abitanti, o le iniziative sempre più diffuse di “una casa disabitata a un euro” lanciata dal sindaco di Ollolai, Efisio Arbau, e da quello di Nulvi. Dall’Oristanese alla Barbagia fino al Gerrei c’è chi nella Sardegna da un milione e mezzo di abitanti vede e gode una qualità della vita “fuori dalle rotte”. Senza per questo esser fuori dal mondo, magari con una buona connessione Internet.

 

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