I DATI. Maricoltura: Italia al quarto posto in Europa, Sardegna al rallentatore

Secondo i dati del Ministero al 2013 gli impianti di acquacoltura in Sardegna sono 36 di pesci, di cui 5 a mare attualmente in produzione, 45 di molluschi e nessun impianto di crostacei. Nel periodo compreso fra il 2002 e il 2009 c’è stata una progressiva riduzione degli allevamenti.
In Italia, invece, nel 2014 le produzioni d’acquacoltura hanno superato per la prima volta quelle della pesca. Il 50 per cento dei prodotti di origine acquatica consumati a livello mondiale proviene dagli allevamenti. L’indice di crescita dell’acquacoltura nel periodo 2002-2012 è il più alto del comparto agroalimentare. L’Unione europea è il principale mercato mondiale di prodotti di origine acquatica ma oltre il 65 per cento dei prodotti consumati viene importato, perché gli allevamenti ittici non riescono a compensare la minor produzione di pescato. Nonostante tutto, l’Italia ha un ruolo importante nell’acquacoltura europea. Contribuisce al 13 per cento del volume della produzione da acquacoltura dell’Unione Europea. Si colloca al quarto posto dopo Spagna, Francia e Regno Unito. L’Italia, come la Spagna e la Francia, concentra la sua produzione soprattutto sulla molluschicoltura ed è il principale paese produttore dell’Unione Europea di vongole veraci. L’Italia copre, inoltre, i due terzi della produzione acquicola comunitaria per quanto riguarda i mitili e rappresenta il 45 per cento della produzione di storioni. Studi recenti indicano l’acquacoltura tra i sistemi agroalimentari più efficienti rispetto ad altri sistemi di produzione zootecnica (avicolo, suinicolo e bovini).
Già dal 2014 la FAO auspicava un aumento nei consumi dei prodotti d’acquacoltura, considerato che questa fonte di proteine rispetta maggiormente l’ambiente.

Ca. Ma. 

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