Dall’Ue ok al regime per industrie energivore. Sindacati: “Spiragli Alcoa”

Il provvedimento, forse il più importante degli ultimi anni, in tema di politiche industriali ed energetiche è arrivato. La Commissione Europea ha infatti dato il via libera al nuovo regime proposto dall’Italia per sostenere finanziariamente le industrie con un alto consumo di energia, le cosi dette “energivore”. Secondo l’antitrust europeo, le misure promuovono gli obiettivi dell’Ue in materia di energia e clima e garantiscono la competitività delle industrie ad alta intensità energetica sul mercato internazionale, preservando nel contempo la concorrenza nel mercato unico. La Commissione ha quindi ritenuto i piani dell’Italia “in linea con le norme dell’Ue sugli aiuti di Stato”. Nello specifico, l’Italia fornisce sostegno all’energia elettrica da fonti rinnovabili e alla cogenerazione di energia elettrica e calore: l’aiuto è finanziato mediante maggiorazioni su consumi e connessioni di energia elettrica riscosse dai fornitori e dai distributori. In base ai piani presentati dall’Italia, le riduzioni delle maggiorazioni destinate a finanziare il sostegno all’energia elettrica da fonti rinnovabili e alla cogenerazione saranno limitate alle imprese ad alta intensità energetica che operano nei settori esposti agli scambi internazionali e ad un massimo dell’85% delle maggiorazioni. In particolare il meccanismo delle agevolazioni riguarderà le imprese manifatturiere con un costo dell’energia superiore al 20 percento del valore aggiunto a cui verranno riconosciuti oneri riconducibili alle fonti rinnovabili pari allo 0.5 percento dello stesso valore aggiunto.

La notizia è rimbalzata immediatamente anche nel polo industriale di Portovesme dove il costo dell’energia è un parametro fondamentale per la salvaguardia delle produzioni ora di fatto ferme. Tra le cause che avrebbero portato nel 2012  alla chiusura dell’Alcoa, produttrice di alluminio ci sarebbero anche gli eccessivi costi energetici. Lo stop ha messo a dura prova l’intero distretto, e arischio le attività industriali nella Portovesme srl e nella stessa centrale elettrica dell’Enel Grazia Deledda. Plauso, ovviamente, al provvedimento della Commissione europea da parte dei sindacati che però non abbassano la guardia. “È certamente uno dei provvedimenti più importanti degli ultimi anni in tema di politica industriale- commenta Roberto Puddu, segretario della Camera del lavoro di Carbonia -. Le nuove misure cambiano profondamente le prospettive delle produzioni ad alto consumo energetico, creando le condizioni per un loro rilancio con la creazione, e il recupero, di centinaia di posti di lavoro. Una grande opportunità per il territorio e per gli imprenditori che vorranno cogliere le occasioni offerte”. Rino Barca, segretario regionale della Fsm Cisl, chiede concretezza: “Alla luce dell’importante pronunciamento della Commissione è necessario ora, da parte del Governo, dar corso alle trattative con la Sider Alloys, unica azienda al momento, ad aver completato l’iter per l’acquisto dello stabilimento Alcoa. Il piano industriale presentato dalla società è stato considerato ricevibile da parte di Invitalia, aggiunge il sindacalista, pertanto in assenza di altre offerte, è necessario dar corso alla cessione della fabbrica. Infatti il tempo è un cattivo alleato, in questo caso. Ne occorrerà parecchio per il riavvio delle produzioni e il ritorno alla normalità. Molti lavoratori hanno perduto gli ammortizzatori sociali, e molti altri a fine anno li perderanno. Abbiamo un emergenza sociale da fronteggiare. La stessa Alcoa sta premendo affinchè si faccia presto. Il ministro Calenda convochi le parti sociali e dica cosa intende fare”.

Carlo Martinelli

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