Costi energia, Glencore pronta a chiudere entro l’anno la Portovesme srl

Senza una soluzione sul fronte dell’energia la Glencore potrebbe decidere di chiudere gli impianti della Portovesme srl entro il 2015. L’allarme viene lanciato dall’amministratore delegato dell’azienda del Sulcis, Carlo Lolliri, in una lettera inviata alle Rsu degli impianti di Portovesme e San Gavino e a Confindustria. “Le rassicurazioni fornite nel tempo su un sistema di approvvigionamento energetico che avrebbe dovuto garantire la potenzialità concorrenziale dell’azienda sui mercati propri di riferimento – scrive Lolliri – appare ancora in alto mare e a questo punto appare sempre più probabile che la Glencore, disillusa dalle promesse non ancora mantenute, possa provvedere alla fermata degli impianti entro l’anno corrente. Appena due giorni fa scrivevamo dell’assoluta necessità di fissare un incontro con la presidenza del Consiglio regionale, per fare chiarezza sulle problematiche energetiche del territorio isolano e in particolare sul rinnovo del regime di super interrompibilità, fattore imprescindibile per garantire il futuro produttivo dell’azienda”. E’ di questi giorni, ricorda il dirigente, “la notizia che Terna ha richiesto la revoca del regime di essenzialità per tre centrali su quattro, compresa quella di Portovesme”. La Glencore, multinazionale svizzera, controlla il 100% della Portovesme srl, che produce piombo, e finora è l’unica in pista per l’acquisizione dell’Alcoa, lo stabilimento per la produzione di alluminio chiuso dagli americani nel 2012.

“Siamo dinanzi ad una mazzata senza precedenti – dice il deputato di Unidos Mauro Pili presentando un’urgente interrogazione al governo – Un disastro ulteriore che si somma a quella che ha già duramente colpito il Sulcis con la chiusura di Alcoa tre anni fa. E’ il drammatico risultato di un governo truffaldino e di una Regione di incapaci. Un governo che ha millantato e imbrogliato lavoratori e sindacati per tre anni sulla questione energetica e oggi è fuori tempo massimo. Una classe politica che ha coperto vergognosamente questa situazione, con annunci a catena degni della peggior propaganda. Ribadisco – denuncia il parlamentare sardo – che se entro questo mese non si farà un decreto legge urgente per il Sulcis si rischia la morte definitiva di un territorio”. All’attacco anche i sindacati. “In via informale sappiamo che l’incontro a Palazzo Chigi per la vertenza Alcoa si potrebbe svolgere giovedì prossimo, ma nello stesso giorno il Governo ci deve dare risposte sull’energia – sottolinea Fabio Enne, segretario della Cisl del Sulcis – Occorre mettere sotto tutela l’intero tessuto produttivo industriale dell’Isola e in particolare del Sulcis. Se non ci sarà un cambio di rotta, a gennaio la Portovesme Srl potrebbe essere chiusa, così come la centrale Enel del Sulcis. Allo stesso tempo sarebbe una mazzata per il riavvio dell’Eurallumina e per le prospettive di rilancio dello stabilimento ex Alcoa. Noi abbiamo lanciato l’allarme già un anno fa in tutti i tavoli istituzionali. Oggi – osserva con rammarico il sindacalista – siamo punto e a capo e si dovrà andare a mendicare un aiuto da Roma”.

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