Colpo di mano di Cappellacci, approvato il Piano energetico. Ma nessuno lo sa

La Sardegna ha un nuovo Piano Energetico. È l’ultimo ‘regalo’della giunta Cappellacci, confezionato in silenzio il 5 febbraio scorso, a ridosso delle elezioni.

La Sardegna ha un nuovo Piano Energetico Ambientale (Pears) ma nessuno – o quasi – lo sa. È l’ultimo ‘regalo’ della giunta Cappellacci prima dei commiati, confezionato in perfetto silenzio il 5 febbraio scorso, a ridosso delle elezioni del 16. Sta di fatto che la delibera (guarda) è consultabile sul sito della Regione solo da poche ore e fino ad oggi non era trapelato niente: sull’energia Cappellacci è andato avanti a fari spenti, al contrario di quanto fatto con il Piano paesaggistico. Il nuovo piano (leggi) punta sia sui combustibili fossili, sia sulle rinnovabili. E nonostante l’Isola produca il 30 per cento in più rispetto al fabbisogno energetico, il documento dice a chiare lettere che occorre potenziare ulteriormente la produzione. Al momento il Piano non è esecutivo: mancano all’appello la pubblicazione sul Buras e la Valutazione ambientale strategica. Ciononostante,potrebbe orientare le scelte dei funzionari regionali che si occupano di energia. Almeno fino all’arrivo di un contrordine.

Qual è dunque la ricetta energetica dell’ex giunta? “A prima vista sembra una mera fotografia del Far West esistente, priva di indirizzi politico-ambientali concreti”, denuncia Stefano Deliperi, dell’associazione ambientalista Gruppo d’intervento giuridico. “Salta subito agli occhi una curiosità: la parte relativa alle ‘risorse endogene’ riguardo il gas naturale della proposta tecnica sembra presa in prestito dal progetto di ricerca estrattiva ‘Eleonora’ della Saras ad Arborea” continua Deliperi. Che conclude con una domanda dal sapore retorico: “Sarà un caso?”.

Va giù duro anche il presidente dell’Isde – Medici per l’ambiente Sardegna Vincenzo Migaleddu: “L’obiettivo, sempre meno nascosto, è quello di fare della Sardegna una piattaforma energetica per il continente, ma produrre energia non equivale a produrre ricchezza o benessere, si pensi al Sulcis”.

In effetti, il bilancio energetico presentato nel documento fresco di pubblicazione parla chiaro: nel 2012 la Sardegna ha prodotto 14.535 Gwh, mentre ne ha consumato appena 10.522. Insomma, c’è un’eccedenza di circa 4000 Gwh che corrisponde a poco meno del 30% della produzione energetica totale. Il Piano ci dice anche che fine ha fatto tutta questa energia: una parte è andata dispersa a causa del cattivo stato della rete elettrica, mentre 2348 Gwh sono transitati per il cavo sottomarino ‘Sapei’, destinazione penisola. Si tratta di una quota record, che fa segnare un aumento delle esportazioni del 160% rispetto al 2009. E le stime per il 2013 sono al rialzo: la previsione è di 4000 Gwh in transito verso la penisola.

Questa la panoramica ad ampio angolo del settore energetico in Sardegna, la situazione da cui l’assessorato all’Industria è partito per elaborare le nuove strategie in campo energetico, diminuire i consumi e rendere il sistema elettrico più efficiente. E cosa ha deciso di fare? Da una parte – sostengono i redattori del documento – occorre realizzare nuove e più efficienti infrastrutture di trasmissione e distribuzione, mentre dall’altra si evidenzia la necessità di conservare e, laddove possibile, potenziare l’attuale parco di generazione elettrica. Tradotto: l’energia prodotta deve essere gestita meglio, ma occorre in ogni caso incrementare la produzione. In primo luogo attraverso “l’ottimizzazione della produttività delle centrali termoelettriche già in funzione, che generano il 78% dell’energia prodotta nell’isola”, scrivono i redattori del Piano. Ma il Piano auspica anche l’arrivo di almeno una nuova centrale termoelettrica a carbone. Si tratta del sistema integrato centrale – miniera – sito di stoccaggio dell’anidride carbonica di Nuraxi Figus cui il decreto Destinazione Italia di recente convertito in legge ha già dato licenza di inquinare nel caso in cui lo stoccaggio sotterraneo dell’anidride carbonica non dovesse decollare. 

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