Il prezzo del Pecorino romano sale e tocca gli 8,50 euro al chilo, mentre il latte continua a essere pagato pochissimo, con un aumento minimo da 60 a 85 centesimi. Lo denuncia la Coldiretti che osserva: “Se il prezzo del latte seguisse il trend di crescita del Pecorino romano, dovrebbe essere pagato a 1,21 euro al litro. Ma nessuno ne
parla. A qualcuno conviene osservare in silenzio e far passare tutto sottotraccia”.
Non è la prima volta che Coldiretti fa notare la diversa oscillazione del mercato (leggi qui). “La realtà – sostiene il direttore Luca Saba – parla di una differenza abissale tra il trend di crescita del Pecorino romano quella del latte. Uno più che raddoppiato (+102,4%), l’altro fermo al 41,7%. Insomma il prezzo del latte rispetto a quello del Pecorino romano è cresciuto meno della metà, se la matematica non è un’opinione”.
E le campagne si lamentano: “In questa situazione ci preoccupa il silenzio non solo dei trasformatori ma anche di chi ha la competenza di programmare – denuncia Battista Cualbu – come l’Oilos, l’organismo al quale ci si è affidati per poter meglio programmare e gestire un futuro diverso del comparto, ma che al momento continua a tacere. Il prezzo del latte continua a dettarlo una parte della filiera e non il mercato, non si mettono in condizione i pastori di poter conoscere i dati e avere gli stessi strumenti della controparte per poter sedersi ad un tavolo e contrattare”.