Banco di Sardegna, Cgil preoccupata per il piano industriale: chiusi 14 sportelli

Sono preoccupati i sindacati dei bancari per l’imminente definizione del nuovo Piano industriale Bper dopo la razionalizzazione degli ultimi tre anni, che ha portato alla chiusura di 130 filiali del gruppo Bper, di cui 93 del Banco di Sardegna su un totale di 429, e al prepensionamento di 250 dei 2.700 lavoratori. Proprio in questi giorni si compie il vecchio piano industriale (2015/17) con la chiusura di altri 14 sportelli (qui la lista): “Con questa ultima tranche – ha detto la Fisac Cgil regionale e coordinamento Fisac Bper – saranno 130 in totale, di cui 93 (il 72%) del Banco di Sardegna. L’intera operazione, che ha riguardato sia l’Isola che le sedi nelle altre regioni d’Italia (20 sportelli chiusi su 29), ha assunto i contorni di un vero e proprio smantellamento”. Il contributo dato in termini di risorse umane e presidio nel territorio è rilevante, da qui la presa di posizione della Fisac: “Il nuovo Piano industriale dovrà mettere al centro la valorizzazione delle peculiarità del Banco di Sardegna e non potrà più essere centrato sulla riduzione della presenza sul territorio perché questo finirebbe per intaccare la forza del Banco che è quella di essere punto di riferimento per la comunità sarda e per le sue realtà economiche e sociali”. Il sindacato avanza la richiesta che “al posto di ulteriori chiusure e di continue pressioni commerciali su prodotti bancari e finanziari pensati per altri mercati, occorrono investimenti che forniscano a tutti gli sportelli infrastrutture e metodo di gestione moderni e funzionali, allineati allo standard delle migliori banche nazionali. Occorre dare ai lavoratori nuovi strumenti e competenze con una formazione più intensa e specifica e non solo di tipo generalista e motivazionale. In questo modo la rete del Banco di Sardegna potrà dare anche il suo contributo alla ripresa economica e sociale dell’Isola e alla crescita della ricchezza dello stesso gruppo a cui appartiene. Per farlo occorre investire sulle persone e sulla tecnologia e smetterla di ragionare solo in termini di tagli”.