Alcoa, solidarietà per la protesta sul silos. I sindacalisti: “Qui a Pasqua”

Si susseguono gli attestati di solidarietà per i tre segretari sindacalisti giunti al quarto giorno di protesta sul silos dell’Alcoa di Portovesme. Questa mattina hanno ricevuto la visita dei lavoratori e lavoratrici dell’Igea di Iglesias, Lula, Furtei e Funtana Raminosa. Fra loro anche le donne che circa un anno fa avevano occupato la galleria Villamarina di Monteponi a Iglesias (nella foto).

“La nostra presenza certifica il sostegno ad una vertenza che non riguarda solo Portovesme ma l’intero territorio, hanno detto i lavoratori al telefono con Daniela Piras, Rino Barca e Roberto Forresu. La situazione è grave e preoccupante, hanno aggiunto i rappresentanti dell’Igea, per questo l’enorme patrimonio di competenze e professionalità non può essere cancellato in questo modo, soprattutto quando le istituzioni riconoscono anche la strategicità delle produzioni industriali del Sulcis Iglesiente. Le stesse produzioni che in altri scenari europei e internazionali vengono sostenute e rilanciate”. Dai 60 metri del silos Daniela Piras, unica donna presente, ha rimarcato che “finalmente si è capito che la vertenza in atto non riguarda solo lo stabilimento di alluminio primario ma l’intero territorio che deve unirsi in un unica battaglia per lo sviluppo del territorio messo in ginocchio da una crisi che non conosce fine”.

Sempre in mattinata al presidio Alcoa sono giunti anche i sindaci del territorio con la fascia tricolore indosso a significare l’ufficialità della loro presenza e vicinanza in rappresentanza di un intero territorio che chiede a gran voce che il Governo e le istituzioni si facciano carico dei problemi occupazionali ed economici non più rinviabili.

Nel video parla Gianfranco Trullu  sindaco di Perdaxius e presidente dell’Unione dei comuni del Sulcis.

Intanto sul fronte della vertenza Alcoa viene confermato da fonti sindacali che la trattativa per la cessione dello stabilimento va avanti con interlocuzioni continue tra Governo e la multinazionale Glencore interessata a rilevarlo. I problemi da superare sono ormai noti, cioè principalmente elaborare un pacchetto di strumenti che possano permettere un costo dell’energia sostenibile per una produzione fortemente energivora. Strumenti che non possono prescindere dalle direttive imposte dall’Ue in tema di aiuti di Stato. I tre segretari sindacalisti intanto hanno confermato che non scenderanno dal silos fino a quando non ci saranno notizie certe sulla cessione dello stabilimento. Si preannuncia, quindi per loro, una Pasqua in situazione di estremo disagio.

Carlo Martinelli

 

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