Nuoro, presidente di Confindustria Squinzi: “Chiusa un’azienda su 2”

Questa mattina, a Nuoro, c’è anche il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, per celebrare il 70/o anniversario dalla fondazione dell’associazione degli industriali nelle province di Nuoro e Ogliastra. Per l’occasione ha tracciato un quadro del territorio: “Tra il 2008 e il 2014 quasi un’impresa su due ha chiuso i battenti nel Nuorese, valore ben più alto di quello fatto registrare nell’Isola, e più che doppio di quello medio del Mezzogiorno. Ciò che colpisce è soprattutto l’impressionante calo demografico che negli ultimi decenni ha colpito, soprattutto, il territorio di Nuoro: in pratica, dal 2001 ad oggi, la provincia ha perso un abitante su 5″. Lo ha ricordato il presidente nazionale di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenuto al 70/o anniversario della fondazione dell’associazione degli industriale di Nuoro e Ogliastra, accompagnato dal presidente provinciale Roberto Bornioli. Presente a Nuoro anche il presidente della Regione, Francesco Pigliaru. “Non stupisce, dunque, se il rapporto annuale dell’Istat, inserisce buona parte dei sistemi locali del lavoro di questa area nel gruppo del “Mezzogiorno Interno”: aree che si vanno spopolando, con una alta quota di abitazioni non occupate, una popolazione strutturalmente anziana ed un mercato del lavoro asfittico, i territori dimenticati, per dirla come il presidente Bornioli – ha aggiunto Squinzi -. È questo spopolamento che mantiene il tasso di occupazione paradossalmente più alto della media regionale e del Mezzogiorno: un valore apparentemente positivo, ottenuto però ad un costo molto alto. Ciononostante, il tessuto produttivo locale, anche se ferito dalla crisi e ridotto nelle dimensioni, mantiene la sua vitalità. Le eccellenze del territorio, dal marmo all’agroalimentare di qualità, dal turismo alle imprese della filiera culturale, resistono e hanno voglia di futuro. Un futuro sul quale tutti noi confidiamo”.

Il quadro nazionale. Servono investimenti, oltre ai tagli, ha rimarcato Squinzi: “Una vera spending review, orientata a ridurre la spesa corrente e a reintegrare la spesa per investimenti è quanto mai urgente e la prossima Legge di Stabilità è il terreno in cui ha l’occasione di concretizzarsi un’inversione della tendenza calante della spesa in conto capitale, oggi pari all’1,4% del Pil, il punto più basso mai toccato”.

E ancora: “Il sostegno degli investimenti privati deve essere affiancato da un’altrettanto robusta azione di rilancio degli investimenti pubblici che, come abbiamo chiesto con l’Ance qualche giorno fa – ha ribadito Squinzi – sappia fare tesoro delle risorse comunitarie e nazionali della politica di coesione”.

Le piaghe italiane. “Eccesso di burocrazia, un accesso al credito difficoltoso, regole incerte e non omogenee, tempi irragionevoli nella giustizia civile, una architettura istituzionale inefficace, un peso fiscale insopportabile, una dotazione infrastrutturale inadeguata, costi eccessivi derivanti dal mancato completamento delle reti”. Sono queste alcune delle cause che “impediscono all’Italia di esprimere tutto il suo potenziale competitivo e che affiggono il nostro sistema”. Ne è sicuro il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che guarda anche alla realtà dell’Isola. “I risultati, con l’abbandono e lo spopolamento di fette importanti del nostro territorio – ha proseguito – sono sotto gli occhi di tutti”.

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