La Web Serie sarda “Quella sporca sacca nera”, un dark western scritto e diretto dal giovane regista ogliastrino Mauro Aragoni, porta a casa due importanti riconoscimenti dal ‘Roma Web Festival 2014‘. La piccola produzione sarda si muove nel filone già calcato da Tarantino, Leone e Morricone, rivisto in chiave pulp, e si aggiudica i premi per la migliore fotografia e la migliore scena d’azione, categoria per la quale concorreva, nell’ambito di un festival che dà spazio alla nuova frontiera del cinema, in continua evoluzione.
Davanti ad una giuria di qualità (Jean Michel Albert, Direttore del Marsiglia Web Fest, Marco Muller, Direttore artistico del Festival Internazionale del Film di Roma, Luca Argentero, attore e produttore, Cristina Priarone, di Lazio film Commission, Michele Ferrarese, Executive director della Fox International, Leonardo Ferrara, di RAI Fiction e altri) il lavoro di Aragoni è stato premiato al MAXXI di Roma da Stefano de Sando (voce di De Niro in Italia), dopo aver concorso ad una selezione in tre fasi con centinaia di progetti pervenuti da Italia, Francia, Spagna, America. “Un Festival onesto”, così lo descrive l’attore protagonista Maurizio Pulina, protagonista della serie, con alle spalle studi con Giancarlo Giannini, Francesco Pannofino, Luca Ward, Claretta Carotenuto e Mino Sferra. Sono state anche segnalate le musiche del ventiduenne compositore originario di Thiesi, Antonio Manca, che ha avuto il personale privilegio di poterle far ascoltare direttamente al Maestro Ennio Morricone. Un bottino ricco e confortante, che intorno a questo progetto fa accrescere le ambizioni dei loro protagonisti e ancora di più denota il notevole fermento creativo rivolto al cinema nella Sardegna degli ultimi anni.
La storia di “Quella sporca sacca nera” è ambientata in Messico, nel 1895, e si svolge in quattro episodi: Terra di confine, Prigioniero, Segreti e Questione di soldi. Vi sono scene pulp (consigliate ad un pubblico adulto) dove tutta la fotografia (dello stesso Aragoni, con la collaborazione di Emilio Canu) è di qualità, rendendo da sola giustizia della migliore tradizione western. In una terra di confine si aggira un freddo cacciatore di taglie, Bill, che ha uno strano modo di catturare i suoi ricercati. La vicenda si svolge tra duelli e pistoleri che nella velocità della propria colt ripongono tutta la loro garanzia di sopravvivenza. Lo sfondo in cui si svolgono le scene è la Sardegna dell’Ogliastra, di Perda ‘e Liana e di Arborea. In questi territori in cui, seppur calati nel profondo west, soldi, splatter, sequestri, onore, vendetta, banditismo possono ancora convivere.
Lunga è la tradizione della Sardegna per gli spaghetti western. Richiama alla memoria gli anni ’60, i tempi di ‘Giarrettiera Colt’, per esempio, in cui si sceglievano le colline del Sinis e il villaggio di S. Salvatore per evocare le vicende americane. Oggi vi è una nuova generazione di attori, registi, produttori, tecnici che intravedono nel web lo strumento per colmare handicap culturali, strutturali, economici, geografici. Cineasti più o meno giovani sempre più con i fatti dicono che è possibile produrre progetti interamente realizzati in Sardegna. La novità rispetto al passato è che – pur con pochi mezzi – questo mondo è possibile proiettarlo fuori della Sardegna, ad opera di sardi capaci di raccontare la propria terra anche con occhi di altri.
Davide Fara
