Per una conoscenza critica delle immagini nasce a Sassari la scuola civica di cinema

Il cinema appartiene al nostro tempo. È la cosa da fare”. Così raccontava Orson Welles in un’intervista ai Cahiers du cinema, e sintetizza piuttosto bene il perché di una scuola civica di cinema a Sassari, la prima non solo in città, ma anche nell’isola. Perché il suo obiettivo principale non è solo tecnico, ovvero quello di formare nuovi filmaker, abili montatori e direttori della fotografia, accurati sceneggiatori, ma anche quello di fare cultura in senso lato attraverso la conoscenza critica delle immagini, in maniera tale da formare spettatori attenti, curiosi e preparati.

Il progetto è curato dal Nuovo Circolo del Cinema e Nuovo Aguaplano e nasce dopo la fortunata esperienza di qualche mese di tecnica e pratica di cinema che ha visto coinvolte un nutrito gruppo di persone alla realizzazione di un cortometraggio dalle fasi di scrittura sino alle riprese e al montaggio. La scuola ne è in qualche modo l’evoluzione più articolata, visto che prevede stavolta più corsi della durata variabile dai sei mesi a tre che inizieranno il prossimo 23 novembre in corso Trinità 161. Il tutto rientra tra le attività di “Controcampo – Progetto Sassari Cinema”, finanziato dal Comune di Sassari e dalla Fondazione Banco di Sardegna e vede coinvolti i più importanti operatori cittadini di cultura cinematografica: Nuovo Circolo del cinema, Nuovo Auguaplano, Cineclub Sassari e Amerindia con lo scopo di realizzare a Sassari un vero e proprio distretto del cinema.

Si tratta per certi versi di una vera e propria sfida per la città, come ha rimarcato Sergio Scavio di Nuovo Aguaplano: “Per anni Sassari si è trovata, infatti, nel paradosso di veder da un lato diminuire le proprie sale, e dall’altro emergere nel panorama nazionale grazie a nuove leve di registi e filmaker di talento”. Ma se la situazione delle sale è in via di risoluzione con la nascita di una multisala, prevista entro il 2016, quello che “Sassari deve recuperare – continua Scavio – è la passione per il grande schermo, il piacere di riavvicinarsi alla magia delle immagini di movimento tout court. In questo senso, la scuola civica di cinema ha l’ambizione di volerci riuscire in maniera molto pratica”.

L’offerta didattica. I percorsi sono quattro, ognuno supportato da docenti e professionisti del settore, con l’ausilio di attrezzature e software costantemente aggiornati. Il primo, Tecnica e pratica di cinema, della durata di sei mesi, prevede una immersione completa e totale nel mondo della produzione cinematografica: dalla costruzione del soggetto fino al montaggio finale. Un mix di teoria e pratica del cinema che si chiuderà con la produzione di un film saggio. Il secondo è il corso di fotografia per il cinema, che permetterà di scoprire i segreti dell’uso della luce e del colore attraverso l’uso della cinepresa. Il terzo si focalizza sulla sceneggiatura, cioè sul modo di scrivere destinato non alla lettura ma alla visione delle immagini in movimento. Si analizzeranno le tecniche di racconto, la creazione di un plot narrativo che funzioni, sino alla stesura del soggetto e della sceneggiatura. Ultimo corso è quello dedicato alla post produzione e al montaggio. Questi ultimi tre corsi avranno una durata di tre mesi ciascuno. Durante le lezioni ci saranno dei tutor che seguiranno l’evoluzione del lavoro passo passo: Renato Quinzio, Gianni Cesaraccio, più la collaborazione della casa di produzione Burnout –Paolo Pisano e Sara Arango -, così come ci saranno anche dei referenti per ciascun corso specifico: Fabio Sanna per quello di sceneggiatura, Andrea Nieddu per quello di montaggio e Sara Arango per quello di fotografia cinematografica. I prezzi vanno dai 250 euro per il primo corso, ai 350 degli altri tre.

In un futuro c’è anche l’intenzione di allargarsi oltre Sassari, per il momento verso Alghero, la Gallura e l’Anglona con corsi di cinema, sempre pratici, puntando sulle realtà isolate, dove magari la sala più vicina è a chilometri di distanza. Piccoli paesi da incantare con la magia del grande schermo visto però dall’interno, nel suo farsi mano a mano. Con i suoi tempi e le sue pause. Come un innamoramento. Perché fare cinema, in fondo, è un atto d’amore.

Francesco Bellu

(Nella foto Stefano Accorsi con Paolo Zucca sul set de L’arbitro)

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