Paolo Nori, polemica con Lìberos: “Così ho scoperto di costare 1.500 euro”. Addis: “Solo un equivoco”

Ha varcato il Tirreno la polemica tra l’associazione Lìberos e lo scrittore emiliano Paolo Nori: ieri il quotidiano Libero ha dedicato la pagina culturale alla discussione a distanza tra l’associazione isolana e Nori, che nelle prossime settimane sarà ospite al festival letterario ‘Spirito di Mare’ di Marceddì, frazione di Terralba, sulla costa oristanese.

Il motivo? Mentre Nori avrebbe chiesto giusto un rimborso spese per partecipare al festival, Lìberos come co-organizzatore avrebbe ‘caricato’ questa cifra fino a chiedere 1500 euro per portare lo scrittore a Marceddì.

Il fatto è stato raccontato ieri da Libero con il titolo “Con la cultura si mangia. Alle spalle degli autori”, a corredo le parole del diretto interessato: “Un po’ di tempo fa, dalla casa editrice Marcos y Marcos, mi hanno chiesto se volevo andare, in luglio, al festival Spirito di Mare- scrive Nori -. Allora io avevo detto di sì, che in Sardegna ci sarei andato e avevamo fissato la data, l’11 luglio. Solo che qualche giorno fa mi ha chiamato un mio amico e mi ha detto che aveva saputo che mi avevano invitato a Marceddì che però adesso non mi volevano, ché costavo troppo. Io gli ho chiesto in che senso, costavo troppo, e lui mi ha detto che quelli dell’associazione Lìberos avevano chiesto, per la mia partecipazione al Festival, 1.500 euro”.

“È un grande equivoco – ci ha spiegato questa mattina al telefono Aldo Addis, presidente di Lìberos, associazione nata tre anni fa in Sardegna come rete tra lettori, scrittori, biblioteche, editori e altre realtà culturali e fondata da Addis insieme a Giannina Canu, Francesca Casula, Pier Franco Fadda, Michela Murgia, Daniele Pinna e Sarah Poddighe –. Un equivoco generato, spero in buona fede, dalla telefonata di una persona estranea sia a Lìberos che agli organizzatori del festival”.

Come è possibile però che da poco più di trecento euro necessari per pagare volo e albergo si arrivi a 1500?

“Nessuno ha mai chiesto questa cifra per la presenza di Nori a Marceddì, semplicemente come co-organizzatori abbiamo proposto agli organizzatori del festival di portare alcuni autori: è il terzo anno che lavoriamo insieme a ‘Spirito di Mare’, ed è normale che ci siano delle proposte economiche e culturali che si discutono insieme. Si ragionava sulla presenza di Nori insieme ad altri autori, e 3.000 euro era la cifra di base. Poi qualcuno ha pensato che la metà di questi 3.000 fossero per Nori, ha preso il telefono e gli ha detto che volevamo 1.500 euro solo per lui. Un equivoco, appunto: ho cercato di spiegarlo alla casa editrice e a Nori, ma non mi hanno ascoltato e così è stato montato il caso sul quotidiano Libero”.

E ancora qualcosa non torna: perché la presenza di un autore che viene in Sardegna senza chiedere alcun compenso, costa comunque più del rimborso spese?

“Da quando è nato, Liberos ha cercato delle formule perché le sue attività si sostenessero. Il nostro principio è che le attività culturali devono pagare le persone che ci lavorano: la nostra organizzazione non sta in piedi solo nei giorni di un festival ma è in vita tutto l’anno con una segreteria, un ufficio stampa e una grafica, inoltre la responsabilità di un’organizzazione non si limita a prenotare un biglietto aereo ma comprende progettazione, relazioni, contatti, tempo investito e una professionalità che ha un costo, dato che le persone che lavorano nel settore culturale sono qualificate. Se qualcuno ci chiede di co-organizzare un evento non sta contribuendo per quella sola serata ma per un’organizzazione che lavora tutto l’anno. Non dimentichiamo che si tratta di associazioni che lavorano insieme tra cui ci sono trattative e contatti: succede per tutti i festival letterari. E ribadisco, quello dei 1.500 euro per portare Paolo Nori a Marceddì è stato un equivoco già chiarito col vicesindaco Stefano Siddi. Dicono che abbiamo alzato i costi rispetto a quanto chiedevamo uno, due anni fa? È vero, non riuscivamo a sostenere il nostro lavoro e ci siamo resi conto che era necessario chiedere un contributo più alto”.

E però sul vostro sito si legge: “Lìberos si rivolge pertanto agli autori, agli editori, ai librai, ai bibliotecari, alle associazioni, ai festival, ai professionisti e a tutti gli attori che promuovono attività culturali direttamente o indirettamente legate alla lettura. Per essi ha l’ambizione di rappresentare un prezioso e gratuito strumento di rete”. Gratuito, no? 

Certo, si può aderire gratuitamente all’associazione e il pubblico partecipa alle nostre attività senza spendere un euro. Ma tutte le attività culturali hanno un costo per chi ce le chiede, se devono essere fatte con professionalità e qualità. E se c’è il nome di Lìberos gli autori sanno che c’è un’organizzazione di un certo livello. Per chi aderisce a Lìberos è gratuito l’utilizzo del forum dedicato, ma se viene richiesto il nostro intervento diretto, noi le persone che lavorano le paghiamo: è ora di finirla con il pregiudizio che la cultura equivale a gente che lavora gratis, il volontariato è un’altra cosa”.

Francesca Mulas

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