Su Nuraxi, il sito dei record: centomila visitatori dall’inizio dell’anno

È il monumento nuragico più conosciuto, l’unico inserito tra i beni considerati patrimonio dell’umanità dall’Unesco, e anche il più visitato: con i suoi 17 mila biglietti staccati nel solo mese di agosto Su Nuraxi di Barumini continua a totalizzare record di presenze tra i siti culturali sardi. I dati arrivano dalla Fondazione Barumini che gestisce l’area archeologica con il nuraghe e il villaggio, la Casa Zapata, antica residenza baronale del Cinquecento che contiene pure un’area archeologica e un polo museale con sezione storico-archivistica e sezione etnografica, e il Centro di Comunicazione e Promozione del Patrimonio Culturale ‘Giovanni Lilliu’: un totale complessivo di 27 mila presenze, per lo più turisti stranieri, che conoscono il monumento nuragico soprattutto perché dal 1997 è inserito nella prestigiosa lista Unesco.

Con il mese di agosto sono state superate le 100 mila visite ai tre siti dall’inizio dell’anno: ben seimila in più rispetto allo stesso periodo del 2016. “Si tratta di un trend straordinariamente positivo – afferma il sindaco di Barumini Emanuele Lilliu – che ci condurrà a superare le 135.000 presenze dello scorso anno”. Anche per il 2017 i turisti francesi si confermano i più fedeli, ma in generale il 60% dei visitatori viene dall’estero. Nella classifica dei siti archeologici sardi più visitati si trova al secondo posto dopo l’area di Tharros, nella costa del Sinis.

Il sito Su Nuraxi di Barumini, benché non sia il complesso nuragico più grande in Sardegna, è certamente il più conosciuto: venne scavato negli anni Cinquanta dall’archeologo Giovanni Lilliu, considerato il padre dell’archeologia in Sardegna, e le sue indagini contribuirono a conoscere moltissimi aspetti della civiltà nuragica fino a quel momento sconosciuti. Due anni fa gli archeologi sono tornati sul campo e hanno raccolto nuovi materiali per uno studio ancora in corso.

L’area, che comprende un grande nuraghe, un bastione con quattro torri e un villaggio di strutture più piccole, fu utilizzata dal Bronzo Medio e fino a oltre l’età romana: è considerata un capolavoro di architettura con le sue torri sormontate da false cupole, elemento caratteristico dei costruttori nuragici, gli anditi e le scale ricavate tra le mura, il sistema di ballatoi e feritoie, le alte pareti che si sono conservate fino ai nostri giorni. Le tecniche di costruzione e il sistema che ha permesso di progettare strutture così evolute sono ancora sconosciuti: uno dei grandi misteri che contribuiscono al fascino del grande nuraghe di Barumini.

Francesca Mulas

 

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