Nelle sale “Silenzi e parole” di Peter Marcias: sguardi tra sacro e profano

Dopo la prima proiezione alla diciottesima edizione del Festival del Cinema Europeo di Lecce, dove è stato incluso nella selezione ufficiale, “Silenzi e parole“, documentario firmato da Peter Marcias, arriva nelle sale distribuito dall’Istituto Luce. Il regista, a Cagliari, lo accompagna nelle sue varie proiezioni. Si tratta, infatti, di un lungometraggio molto caro a Marcias, che ci ha lavorato per quasi tre anni. “Silenzi e parole” si modella su due eventi, solo apparentemente lontani: la Quaresima vissuta dalla comunità dei Cappuccini con sobrietà e riflessione e la manifestazione della “Queeresima“, ideata a Cagliari dal Circolo LGBT “Arc” che tende a diffondere la cultura della tolleranza, del rifiuto dell’omofobia, aprendo la discussione con la cittadinanza attraverso dibattiti, proiezioni, eventi culturali. Marcias si è avvicinato ai protagonisti di questi “riti” con attenzione, rispetto, pudore, credendo fortemente nel senso di tolleranza che proviene dall’approfondimento delle differenze e dei contatti. Infatti, come ci ha detto: “Si tratta di due realtà composte da uomini che si pongono al servizio degli altri senza pensare a un riconoscimento particolare. I frati, si sa, sono umili, attenti al l’umanità che li circonda, alle persone bisognose. Aiutano anche materialmente chi viene a chiedere loro soccorso. Nello stesso modo, i giovani dell'”Arc” con le loro manifestazioni, non sono avulsi dal quotidiano quando discutono di prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili, di prevenzione dell’intolleranza, dell’omofobia. Insomma, ho trovato, nell’una e nell’altra situazione, persone sostenute dall’idea della solidarietà senza secondi fini”.

Ti ha sorpreso incontrare nella società definita così individualista questo forte sentimento di altruismo?
“Sì, mi ha colpito tantissimo anche perché queste persone realizzano ciò che dovrebbe essere affidato allo stato, alla politica. In silenzio e senza pretendere colmano un vuoto sociale.”

Quale sarà il percorso distributivo di “Silenzi e parole”?
“Intanto grande soddisfazione mi ha dato il primo giorno di proiezione del film a Cagliari. E’ risultato il più visto in città, addirittura scavalcando un blockbuster come ‘La bella e la bestia‘! Nel nostro piccolo abbiamo contato 170 spettatori contro i 63 del lungometraggio disneyano. Sembra un dato trascurabile, ma dice molto sul pubblico, desideroso anche di prodotti cinematografici di qualità. ‘Silenzi e parole‘ sarà proiettato a Cagliari fino alla prossima settimana, in seguito verrà distribuito a livello nazionale dal 13 aprile come evento nei giorni di Pasqua.”

Ancora una volta ti confronti con la possibilità di trascrivere sullo schermo la realtà contemporanea…
“Come si sa, sono molto legato all’approfondimento del reale, a ciò che mi circonda. ‘Silenzi e parole‘ è un altro tassello nella mia riflessione sui cambiamenti che stanno caratterizzando la nostra società, come capitava in ‘Ma la Spagna non era cattolica?‘ e in ‘I bambini della sua vita’, soprattutto evidenziando il problema dei rapporti tra la Chiesa e l’omosessualità. Da questo punto di vista, molto è cambiato e, così, si può affermare quanto “Ma la Spagna non era cattolica?” sia un film datato perché il cittadino comune ha fatto enormi passi avanti su questo tema, non sempre seguito adeguatamente dai politici.”

Seguirai attentamente questo tuo ultimo film, ma stai lavorando su un altro progetto…
“Ancora sono immerso nella realizzazione faticosissima de ‘Lo stato delle anime’, il lungometraggio d’animazione tratto dall’omonima opera di Giorgio Todde. Un impegno durissimo, ma sono molto contento di ciò che ho finora realizzato”.

Elisabetta Randaccio

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