Mazinga Z dà i comandi in limba. Il cartone giapponese diventa “sardo”

Buciconi a guettu!”, “arraju de fogu“, “maimoni arruinadori” sono le traduzioni in sardo dei comandi delle armi del fumetto Mazinga Z creato da Go Nagai nel 1972. In italiano le avremmo lette o sentite tantissime volte: “pugni rotanti”, “raggio fotonico” e “raggio ciclonico”. Sono le sono armi più famose con cui il robot giapponese sconfiggeva i suoi avversari. Le traduzioni in sardo non si limitano soltanto ai comandi delle armi di uno dei più famosi robot giapponesi, ma sono una vera e propria traduzione completa degli episodi. Un lavoro che anticipa di molto, circa 30 anni, l’idea di Paolo Zedda, consigliere regionale dei Rossomori, di finanziare il doppiaggio in sardo di cartoni animati (leggi qui). Le tavole sono opera di Andrea Zucca, classe 1973, di Pula, appassionato di fumetti ed abile disegnatore. Non sono in commercio e si trovano all’interno del blog SardinniArt. Portale in cui l’autore compie un viaggio tra arte, geografia, storia, cultura, architettura, scultura e tra i fumetti.

Il progetto 

Il lavoro è iniziato negli anni ’90 quando Andrea Zucca, appena diplomato all’alberghiero di Sassari, è partito a Londra per arricchire la sua formazione ed approfondire le sue conoscenze linguistiche. “Molte delle tavole di Mazinga e Goldrake – racconta il disegnatore – sono state disegnate già nel mio primo periodo londinese, ma sono nate in italiano”. Mazinga Z in sardo è stato il primo fumetto ridisegnato e tradotto, purtroppo non ancora terminato, a cui seguono anche altri sempre tratti da quelli originali di Go Nagai . “La mia intenzione, assolutamente amatoriale, era quella di ridisegnare la storia della saga di Mazinga e Goldrake correggendo e cucendo tutte le varie incongruenze che c’erano nelle serie animate e nei due fumetti”. Oltre Mazinga Z all’interno del blog si trovano anche le traduzioni in sardo di diversi episodi di alcuni manga giapponesi come: “Il grande Mazinga Z”; “Ufo robot Goldrake”; “Jeeg robot d’acciaio” solo per citarne alcuni.

Una passione quella per il disegno che ha origini ben più lontane. Come tantissimi dei nati negli anni a cavallo tra gli ’70 ed ’80 Andrea Zucca è cresciuto “a pane e anime giapponesi”. Come lui stesso ama dire: “Prima Mazinga, insieme a molti ragazzi della mia generazione, e nella tarda adolescenza folgorato da Martin Mystere, Dylan Dog e soprattutto Nathan Never”. Ma la sua passione per il disegno è iniziata fin dall’infanzia. “Già da bambino mi piaceva disegnare – ha detto –. Poi è diventato un vero e proprio hobby che mi ha spinto a perfezionare le mie tecniche”. Alla fine degli anni ’90 ha frequentato il corso di fumetto di Michele Serra e Beppi Vigna.

LE FOTO

 

 

La passione 

Durante gli anni delle superiori Andrea Zucca ha scoperto un’altra sua passione: le lingue. Ne ha studiato tre durante gli anni dell’adolescenza. Passione che, terminati gli studi, lo ha portato a sorvolare il mare ed il continente per atterrare a Londra dove ha iniziato a perfezionare il loro studio ed affinare la sua professione. Prima come cameriere in alcuni ristoranti e poi negli alberghi, nelle reception, o nelle “concierge” dove ha incontrato tantissime persone che parlavano diverse lingue. Sono state proprio queste esperienze fuori dalla Sardegna che lo hanno avvicinato al sardo. Ha raccontato: “Imparando così tante lingue mi sono accorto che la mia lingua madre, il Sardo, andava approfondita”. Tornato definitivamente in Sardegna, si è iscritto all’università. “In teoria per dare un titolo di studio alla conoscenza linguistica acquisita all’estero – racconta il disegnatore amatoriale – quindi ho alternato lo studio d’inverno con le stagioni in costa Smeralda d’estate. Purtroppo, non sono mai riuscito a laurearmi, ma frequentando l’ambiente accademico sono entrato in contatto con un folto gruppo di persone che si interessa alla valorizzazione del sardo, persone che attualmente fanno parte del direttivo dell’ “acadèmia de su Sardu”. E qui ha avuto modo di approfondire anche dal punto di vista linguistico e grammaticale la conoscenza della lingua madre.

Oggi giorno il sardo “è una lingua ormai parlata solo in regime di diglossia, ma è ancora molto diffuso” dice il fumettista. L’opera di traduzione dei fumetti richiede una ricerca ed uno studio approfondito che in primo luogo avviene tra le mura domestiche. “Mi è facile riconoscere una parola attualmente usata, non schiettamente sarda, e per ricercare quella più adatta, oltre a contare sulla cultura personale, posso contare sulla generazione dei genitori. Per loro la lingua madre è il sardo, ed è incredibile la cultura che hanno e che non trasmettono, principalmente per il disinteresse da parte della generazione dei figli”, dice Andrea Zucca. Disinteresse che progetti come questo possono levigare e far avvicinare le nuove generazioni. Aspirazione condivisa dallo stesso fumettista: “Magari leggendo un fumetto più vicino alla sensibilità di questa generazione, questo interesse si potrebbe stimolare”.

Mazinga Z in sardo non vuole soltanto mettere in luce le doti artistiche del fumettista amatoriale ma dimostrare come in sardo sia possibile parlare di tutto. Dice Andrea Zucca: “Il mio mondo ormai è tutto proiettato a tradurre nella lingua e sensibilità sarda tutto ciò che mi interessa. Io penso che in sardo si possa raccontare e parlare di tutto, non solo storie legate al nostro folklore. Tra l’altro gli spunti già presenti nella storia di Mazinga, mi vengono incontro in questo. Nella storia di Mazinga si racconta che uno scienziato pazzo ritrova dei robot Micenei il cui prototipo era Thalos, un gigante di bronzo che difendeva Creta dagli assalti nemici. Tutti i mitografi sono concordi col dire che Thalos era sardo, o fatto in Sardegna, inoltre ci sono dei riferimenti ad Atlantide, e teorie recenti localizzerebbero in Sardegna l’isola di Atlante”.

La Sardegna ed i fumetti

L’isola ha sempre avuto uno stretto rapporto con i fumetti fin dalla seconda metà del ‘900. A partire da De Aurelio Galeppini, noto Galep, nato a Casale di Pari, un piccolo paese della provincia di Grosseto, da genitori sardi, noto soprattutto per aver ideato graficamente il personaggio di Tex di cui è stato per più di 40 anni uno dei principali disegnatori, nonché il copertinista ufficiale fino al 1994. Ma anche gli sceneggiatori Michele Medda, Antonio Serra e Bepi Vigna che negli anni ‘90 hanno ideato i fumetti di fantascienza Nathan Never e Legs Weaver, pubblicati dalla Sergio Bonelli Editore. Senza dimenticarci di Mario Atzori, fumettista classe 1963, di Cagliari, le cui origini sono di Villa San Pietro, copertinista ufficiale di Legs Weaver. Ma anche Fabiano Ambu, classe 1972, disegnatore della Sergio Bonelli Editore. Luca Usai, classe 1977, di Guspini, disegnatore Disney, o il più giovane Manuelle Mureddu, classe 1980, di Nuoro, fumettista ed illustratore. Grazie a tutti loro ed a molti altri che lavorano in modo indipendente non sono mancati oggetti e storie ambientate in Sardegna o che ne hanno richiamato la cultura ed i luoghi. Ciò che realmente è mancato, o forse che non ha avuto risalto e diffusione, è stato un fumetto che parlasse interamente in Sardo.

Alessandro Ligas

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Nel quarto numero di Sardinia Post Magazine il servizio di copertina “Sardegna nascosta” (di Manuel Scordo) è interamente dedicata al vezzo dei fumettisti sardi di disseminare di simboli identitari le loro tavolo pubblicate in tutto il mondo. E non è soltanto un gioco… 

La rivista è disponibile sia in abbonamento, sia in versione digitale attraverso la sezione shop del sito (qui).

 

 

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