Ludum Cagliari laboratorio Maria Lai

I bambini della Ludum School alla scoperta dell’arte di Maria Lai

I bambini della scuola dell’infanzia escono dal portone dell’antico caseggiato che oggi ospita le aule e i laboratori della Ludum School di Cagliari.

Il sole è già caldo nonostante sia ottobre. A differenza degli altri bambini, le cui voci si perdono nell’aria del quartiere storicamente ricco di scuole, i giovani esploratori percorrono la via San Giacomo, assaporando il piacere della libertà.

L’educatrice, con l’inconfondibile polo fucsia, li guida alla scoperta di Villanova, quartiere storico oggi più che mai ricco di vita. Dopo la piazza, finalmente chiusa al traffico, lambiscono la rinata via Sulis, quindi si dirigono verso il Terrapieno per entrare nel nuovo Giardino sotto le mura in modo da prendere l’ascensore per salire in Castello.

Il silenzio cala dentro quell’aggeggio metallico finalmente abitato dai cittadini del futuro. Il panorama è fantastico. Lo stupore è tanto.

Dopo il bastione, che offre un’incantevole veduta del mare, i bambini salgono verso la cattedrale, quindi sbucano in piazza palazzo, per poi entrare nel vecchio municipio color salmone. L’occasione è da non perdere: “Ricucire il mondo”, la mostra dedicata a Maria Lai.

La guida del museo li accoglie con un gran sorriso: non è da tutti i giorni trovarsi davanti una banda di bambini di 5 anni senza grembiule, assettata di curiosità.

Affascinati dallo spazio e dall’ambiente, si avverte una immediata confidenza con alcune opere della grande artista di Ulassai. C’è chi preferisce i ritratti, chi le lavagne, chi ancora le geografie. I libri cuciti suscitano interesse, così come i pani, i presepi e i telai. Ma è il piano interrato dell’antico palazzo, coi suoi ciottoli e le sue grotte, ad affascinarli maggiormente.

Qui regnano le capre, per lo più dipinte.

La guida chiede: «Cosa porta la capretta al collo?».

«Il campanellino che il pastorello ha trovato nella grotta» risponde un bambino della Ludum.

La guida spalanca i grandi occhi scuri, sorpresa.

«Abbiamo letto la storia del pastorello e della capretta» afferma l’educatrice, specificando che ai bambini è stato narrato, ma riadattato, il famoso racconto iniziato da Salvatore Cambosu e continuato da Maria Lai.

La gita si conclude con un viaggio a ritroso con breve sosta al giardino che ospita le sculture e le pietre sonanti di Pinuccio Sciola per un meritato bicchiere d’acqua. Biddanoa riabbraccia i suoi bambini che, formando una fila più che allegra, rientrano giusto in tempo per il pranzo, a scuola, in via San Giacomo 111.

Dopo aver mangiato e giocato per un po’ in cortile, tutto è pronto per il laboratorio, ispirato alle opere del museo, con cartoncino colla vinilica e filo di lana: un progetto di ricerca sullo spazio e sulle linee che nasce da questa esperienza estetica ed emozionale straordinaria, ai confini tra arte pura ed arte applicata.

Perché, come diceva Maria Lai, “nutrimento ed arte, sono sostegni che esigono frequentazioni continue”, fin dall’età prescolare.

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