Lettera ai ragazzi orgolesi di una ex ragazza di Orgosolo

I ragazzi di Orgosolo vivono la vita né più né meno come i loro coetanei, ma sanno che quando varcano il perimetro del paese, l’essere di Orgosolo li porterà in diverse occasioni della loro vita a difendersi: non appena l’interlocutore scopre le loro origini ecco puntuale la battuta, la domanda, la “riflessione” piena di luoghi comuni.

Per fortuna si è cresciuti forgiati ad affrontare il problema: raggiunta la maggiore età i ragazzi di Orgosolo da un pezzo hanno imparato a difendersi. Hanno sviluppato una forte “massa critica” anche col sostegno della tradizione orale che fin da piccoli li ha abituati alle
storie difficili.

Ma quando cominci a chiederti perché lo devi fare, per quale ragione devi difenderti, ti ti incazzi: da cosa devi difenderti se la tua vita è sempre stata senza peccato? Ti devi difendere da un marchio a fuoco impresso su Orgosolo nel passato, devi difenderti dal solo fatto di essere nato nel paese simbolo della criminalità. Un paese dove qualunque cosa accada, fosse anche il reato metropolitano più diffuso nel mondo, diventa “peculiare”. E fa titolo sui giornali.

Per questo, da donna nata a Orgosolo, da ex “ragazza di Orgosolo”, comprendo le ragioni della lettera firmata da 138 giovani del paese e scritta
dopo l’episodio della baby-gang che ha aggredito prima una coppia di francesi poi una comitiva di sardi del Cagliaritano. Si lamentano, i ragazzi di Orgosolo, dei giornalisti che continuano a dare un peso spropositato a fatti che, quando accadono altrove, al massimo meritano una “breve” in cronaca.
Nella lettera mi chiamano in causa come giornalista per un mio articolo su Sardinia Post.

Dicevo in quel pezzo, che essendo di Orgosolo, ho visto tanti episodi di violenza nella mia infanzia, ma che ho anche visto il mondo cambiare: col piano di Rinascita erano arrivati lavoro, scuola e cultura e si era determinato un cambiamento. I ragazzi di Orgosolo nella loro lettera scrivono di non aver vissuto fatti di criminalità e di non aver nemmeno conosciuto quella che chiamano “la parte più divertente del Piano di Rinascita”.E raccontano la difficoltà a spiegare che Orgosolo non è Kabul o Beirut, e a mostrare al prossimo la loro vita autentica, che è moltodiversa da quelle lontane “storie orgolesi”. Storie che, anche quando li hanno sfiorati, sono state sempre lontane dalla loro vita vera. Provo a rispondere.

Avete avuto la fortuna di non nascere negli anni delle bombe, dei sequestri e dei conflitti a fuoco (al contrario dei vostri nonni, dei vostri genitori e di chi ha anche solo vent’anni più di voi e dei vostri nonni) e al contempo avete avuto la sfortuna di esservi persi, come dite, la parte più “divertente del piano di Rinascita”.

Avete ragione su questo. E’ vero che del Piano di Rinascita avete conosciuto solo devastazione e inquinamento e che tutto il resto vi è stata tolto. Ma credo che ciò nonostante possiate ancora provare a costruite un paese migliore. Siete tanti, siete giovani, ma soprattutto siate uniti. Allora fatevi avanti.
E, per esempio, non lasciate che il vostro futuro stia ancora in mano alla classe politica di oggi che vi sottrae i centri di aggregazione, che progetta di affidare una delle scuole ai carabinieri (progetto che per fortuna potrebbe non andare in porto).

Avete radici storiche solidissime: i circoli politici e culturali, Pratobello, i murales. Azioni e opere portate a compimento da orgolesi di alcune
generazioni più avanti di voi. Azioni e opere che si sono innestate sugli anni più bui della nostra storia. Per questo Orgosolo è stato il paese sardo più studiato dagli antropologi di tutto il mondo: perché sembrava impossibile che un paese devastato dalla criminalità potesse diventare avamposto politico e culturale.

E lasciate perdere i giornalisti. Non sono loro a potervi sostenere, né a potervi demolire. Oggi i giornali non sono più determinanti nella formazione dell’ opinione pubblica. E voi avete strumenti che possono consentirvi di arrivare molto più lontano delle penne dei giornalisti.

C’è del vero nella vostra analisi sull’eccessiva enfasi con cui vengono raccontate certe vicende di Orgosolo: cronache sbrigative, titoli rumorosi, quasi sempre non accompagnati da servizi che spieghino chiaramente i fatti e il contesto. Ma voi potete reagire. Proprio come avete fatto con la
vostra lettera. Promuovete dibattiti, proponete idee. Prendete in mano il futuro.

Sono sicura che noi “orgolesi non più ragazzi”, anche quelli che non vivono più a Orgosolo, saremo al vostro fianco. Scrivete un’altra lettera con le vostre proposte. Poi chiamate tutti a discuterne. Sono certa che ci saremo tutti.

Maria Giovanna Fossati

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