Leggendo metropolitano, la “biblioteca vivente” all’Orto botanico di Cagliari

Il giorno dei libri viventi. Persone in carne ed ossa da “sfogliare” e interrogare come un saggio o un romanzo per sapere di più su temi come migrazioni, omosessualità, apparenza (tatuaggi, piercing) e differenze linguistiche. L’appuntamento, ribattezzato la Biblioteca vivente, è fissato per l’ultima giornata del festival Leggendo metropolitano (qui il programma), domenica 11 giugno. Lo scenario sarà quello dell’Orto botanico di Cagliari: i libri umani saranno migranti, rappresentanti di etnie e religioni diverse. Ma anche persone che parleranno di omosessualità. Tutto questo per consentire ai “lettori” di confrontarsi con situazioni e realtà magari inedite che sfuggono al tran tran quotidiano. Esempio: un racconto su una giornata in Nigeria o in Ghana può essere utile a far capire qualcosa in più sulle motivazioni degli sbarchi. I “volumi” parlanti seguiranno un corso di formazione per facilitare il dialogo con i visitatori. L’iniziativa è organizzata dalla cooperativa sociale ABCittà. “Un luogo fiabesco – ha spiegato Cristina Muntoni, staff di Leggendo Metropolitano – ospiterà un’iniziativa che nasce in Danimarca ed è riconosciuta dal Consiglio d’Europa come buona prassi per il dialogo interculturale. L’obiettivo è quello di abbattere i pregiudizi, partendo dal presupposto che questi si basano sulla non conoscenza”. A Cagliari questi preconcetti sono stati individuati attraverso un questionario. Al primo posto si è “classificato” il tema dei migranti. “I libri – ha continuato Muntoni – avranno un titolo e saranno a disposizione in giro per l’Orto”. Coinvolta anche l’Università di Cagliari. “È uno spazio – ha spiegato il direttore dell’Orto Botanico Gianluigi Bacchetta – aperto alla città, ma non solo, a tutte le attività culturali”. Promosse altre tre iniziative legate al Festival: le passeggiate serali organizzate da Legambiente in occasione degli ottocento anni del quartiere di Castello, il laboratorio della Gaudats Junk band (band che nasce dalle ceneri dei Bandabardò) per la produzione di strumenti musicali artigianali realizzati con oggetti di scarto e il progetto di festival ecosostenibile sostenuto da AzzeroCo2.

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