L’ANTEPRIMA. “La nostra quarantena”, il film in bilico tra cronaca e fiction

Quarantena come stallo, come muro che copre il domani. Un blocco che non è solo fisico ma soprattutto esistenziale. Questo racconta tra le pieghe “La nostra quarantena”, il film di Peter Marcias in arrivo oggi nelle sale dell’isola, e dal 15 di ottobre in tutta Italia, dopo essere stato presentato nei mesi scorsi come evento speciale alla 51ma Mostra Internazionale del nuovo cinema di Pesaro, in concorso e in apertura del 31mo Festival Internazionale di Alessandria D’Egitto, al 20mo Milano Film Festival e al Festival di Tavolara.

Il regista prosegue il suo percorso mescolando cronaca e fiction, intessendo una trama di immagini che mostrano sin dalle prime scene il loro essere ibride: il Super8 dai colori pastosi lascia il passo alla pulizia del digitale per poi ritornare indietro, con un andamento circolare, fatto di scatti. Come se volesse riprodurre i dubbi e le ansie del suo protagonista, Salvatore – Moisè Curia di “Braccialetti rossi” -, studente alla Sapienza di Roma, che si trova a realizzare un documentario su 15 marinai marocchini asserragliati per protesta nella loro nave ancorata al porto di Cagliari sino a quando non avranno gli stipendi dovuti.

L’incontro con questa realtà così drammatica provocherà in lui uno spaesamento che farà crollare le sue certezze. Nemmeno la docente che gli ha commissionato il lavoro, Maria, interpretata da Francesca Neri, sembra riuscire a smuoverlo, a dargli una scossa. Quanto visto Salvatore a Cagliari è così “forte” tanto che non riesce a liberarsene. Il film, infatti, è un susseguirsi di immagini filtrate dall’occhio di Salvatore, in cui si viene a conoscenza dei 15 operai della nave: sono uomini dalle facce stanche dal lungo sciopero che ormai dura da troppi mesi, tra aiuti della Caritas, sacrifici, telefonate ai parenti lontani, la nostalgia della famiglia. Ognuno di loro ha una sua storia, ma nonostante tutto hanno la forza di andare avanti senza remore.

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In questi frammenti di vero documentario, Marcias si incolla ai visi, alle parole, segue i movimenti di queste persone senza volerli intralciare. Sullo sfondo ci sono da un lato una Cagliari autunnale con ancora addosso gli ultimi luccichii dell’estate, tra speranze nascoste e gioie incollate ad una palla da basket. Dall’altra Roma, vista quasi di soppiatto, con aule universitarie e pedalate notturne alla ricerca di un futuro forse troppo lontano. Eppure “La nostra quarantena” non è un film pessimista, perché è più interessato a guardare i dilemmi del presente. Uno stare in bilico per cui è necessario avere doti da funambolo. E Peter Marcias dimostra di averle.

Il film, scritto da Gianni Loy e distribuito da Cinecittà Luce, è prodotto dalla Capetown srl di Camillo Esposito, in collaborazione con Ultima Onda, Fondazione Anna Ruggiu, con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission e il patrocinio di Sardegna Solidale. Da oggi regista e cast faranno un tour di presentazioni: si inizia da Cagliari al cinema Odissea (ore 17/19,15/21,30), domani a Carbonia al CineTeatro Centrale alle 21, sabato 3 a Sassari al cinema Auditorium alle 21 (via Montegrappa) e domenica a Oristano al cinema Ariston (18/20,15/22).

Francesco Bellu

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