L’ambient sardo che piace ai tedeschi, arriva il nuovo disco dell’iglesiente Perry Frank

L’assenza, la precarietà dei ricordi e l’impossibilità di cambiare il passato, l’impossibilità di ritornare indietro per vivere un’altra vita e fare scelte diverse nel nuovo disco di Francesco Perra, in arte Perry Frank.

La musica ambient che piace tanto ai tedeschi arriva da Iglesias: l’eclettico polistrumentista, reduce dall’esibizione a Cagliari in occasione del Karel Music Expò, presenta il suo quinto lavoro in studio. La musica e le immagini delle miniere abbandonate nel nuovo progetto audiovideo chiamato Ruins+Regrets: ecco Soundscape Box I, le chitarre, i synth e il piano si mescolano con i suoni della natura.

Sette tracce, tutte strumentali, registrate tra il 2013 e giugno 2014 e pubblicate nel mese di ottobre dall’etichetta irlandese Psychonavigation Records: Soundscape Box I arriva dopo i primi quattro lavori, One Last Step To Eternity (2006), New Songs From The Moon (2010), Music to Disappear (2012) e The Neptune Sessions (2013).

Ingegnere ambientale, 35 anni, la sua musica è stata inserita nella compilation Ideal Chill V, al fianco di grandi nomi come Softwawer, Lemongrass, Spinne e Marga Sol, mentre altri suoi brani sono stati costantemente programmati su Radio Costa del Mar di Ibiza, frequenza chillout molto nota tra le onde radio. Ambient con diverse influenze, che vanno dal rock psichedelico, alla world music.
Composizioni quasi esclusivamente strumentali, musica da ascoltare e godere. Musica per sognatori, elettronica e lounge a braccetto, tra atmosfere minimal alla Brian Eno e Philip Glass, con un tocco di Pink Floyd. La sua musica rilassante ha già conquistato i tedeschi che ammirano il gusto estetico e le sue scelte sonore.
Tutti i video presenti su Youtube sono stati ideati e girati dallo stesso artista, che nel Febbraio 2010 ha vinto il SardiniaSound e in passato ha lavorato anche con lo scrittore, poeta e fisico Giovanni Marco Pruna, autore dei testi di diverse canzoni del suo repertorio e di alcune poesie che hanno accompagnato i videoclip.

L’esordio musicale di Francesco arriva nel 1996: dopo aver suonato in numerosi gruppi (tra questi Dogmha, Three Sixty, Free Gas Expansion, Hayley Mills), nel 2005 Perry Frank ha deciso di dedicarsi esclusivamente ai suoi progetti di ricerca musicale ambient, chillout, etnica e psichedelica. Autoproduzione, eclettismo, soluzioni meticolose all’avanguardia per palati sensibili.

Adesso le atmosfere rilassanti e avvolgenti della sua musica ritornano con un nuovo, intenso cd, strettamente legato al documentario dei villaggi minerari dell’Iglesiente. Storie in musica e scene ferme, filmate ma prive di movimento, spinte e smosse solo dal vento di maestrale, unico elemento di passaggio insieme alla sua musica onirica, immersa nella natura, in mezzo alle rovine industriali. Maestrale e musica simboli malinconici di un passato che non c’è più e crea impotenza di fronte al passare del tempo, impotenza amplificata dai rimpianti e da un rammarico che dimora nella mente di ogni essere umano.

“Tutte le rovine rappresentano i rimpianti per ciò che è stato e per ciò che non sarà mai nella vita, a causa della fragilità umana”, afferma Perry Frank, che oltre a essere l’autore di tutti i testi è anche l’unico esecutore dei brani. Ruins, il primo brano del nuovo album, è un pezzo composto da un giro di accordi lenti, suonati sopra un arpeggio di microkorg e accompagnati da soundscapes di chitarra in un’atmosfera rarefatta, quasi sospesa tra due mondi. La parte finale della canzone contiene una chitarra suonata al contrario che rappresenta il desiderio di voler ritornare indietro e nel tempo stesso l’impossibilità del farlo nella realtà.

Il secondo pezzo del disco si intitola The Dawning, una traccia di 10 minuti divisa in tre parti che descrive un albeggiare di giugno. Barcelona Landscape, il terzo pezzo del disco, è stato scritto nel dicembre 2013 durante un soggiorno a Barcellona.
Segue Endless Shoreline, un esperimento ottenuto con il rumore bianco di una radio AM unito al suono della chitarra, combinato con lo slide e alcuni suoni d’ambiente che rievocano l’estate sarda.

Eternité par les Astres riprende il titolo di un’opera di Louis Auguste Blanqui, in cui si analizza la possibilità dell’esistenza di infiniti universi paralleli, che necessariamente portano all’ipotesi di infinite copie di noi stessi, dalle vite differenti.

Le Vent et les Nuages è un pezzo ambient costituito da due soli accordi che si ripetono fino alla fine. Il disco si chiude con Regrets, che riprende il tema di Ruins, la prima traccia del disco, quasi a voler riportare indietro l’ascoltatore in un loop continuo, meccanismo per cui i rimpianti giocano un ruolo fondamentale nella psiche umana e ci riportano indietro nel tempo.

Perry Frank nel disco alterna la sue chitarre, la Fender Stratocaster e una Jaguar, mescolando i suoni grazie all’uso sapiente di piano, synth, microkorg, amplificatore e altri effetti a pedali che si alternano con suoni overdubs e rumori del paesaggio. Suoni e rumori di una Sardegna che non esiste più.

Federico Fonnesu

 

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