“L’altra Odissea” di Bepi Vigna alla conquista di Venezia

L’interessante spazio dato all’interno della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia alla produzione di autori sardi o di film girati nella nostra isola evidenzia la curiosità e la stima della critica nazionale per gli sforzi artistici e organizzativi realizzati nel settore cinematografico in Sardegna, ormai da più di un decennio. La selezione lagunare si è soffermata soprattutto sui cortometraggi, spalmati in varie sezioni con qualche sorpresa. Così, la Settimana della Critica si è aperta con “Nausicaa” di Bepi Vigna e si concluderà con “L’ultimo miracolo” di Enrico Pau, lavoro realizzato in collaborazione con gli universitari della CELCAM, come quello di Salvatore Mereu, “Futuro Prossimo”, fuori concorso a “Orizzonti”. Se, poi, si presta attenzione, si vede che “Malamenti” di Francesco Di Leva è stato girato all’Asinara, mentre “Idris” (nella sezione “Migrarti”) di Kassim Yassim è stato prodotto da “Ombre Rosse”, assai attivo in Sardegna nell’ambito della coproduzioni e, nella iniziativa “I love gai” organizzata dalla SIAE con autori italiani emergenti, troveremo pure il vincitore del David di Donatello per i cortometraggi 2017, Mario Piredda. Si troveranno altre proposte nello spazio della Film Commission, come “Viaggio a Stoccolma” di Gabriella Rosaleva; in questa area, convegni e incontri saranno da non perdere per gli specialisti.

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Ma i giochi sono già iniziati. Ieri, “Nausicaa” di Bepi Vigna ha tagliato il nastro della Settimana della Critica con un buon successo di pubblico, prima della proiezione del film inglese “Pin Cushion” di Deborah Haywood. Vigna ha introdotto il suo cortometraggio, la cui idea nasce da un raffinato fumetto del 2011, disegnato splendidamente da Andrea Serio. Proprio le illustrazioni di Serio sono protagoniste del film, che il regista, non a caso, ha definito (ponendolo anche come sottotitolo) “un film disegnato”. E, se è vero che le immagini di Andrea Serio qualcosa, forse, perdono, nella dimensione cinematografica, il cortometraggio è originale e piacevole. La storia classica della giovane Nausicaa, innamorata dello straniero, il mitico Odisseo, non si sofferma esclusivamente sulle inquietudini di una adolescente turbata (come abbiamo letto tutti nell'”Odissea”), ma prosegue con una passione tradita e con la giovane pronta a partire (con il consenso di una madre decisa a lasciar andar via la figlia piuttosto che vederla devastata dal rimpianto) per ritrovare l’amato. Il percorso di Nausicaa è, ovviamente di iniziazione e di percezione rovesciata dei miti, delle leggende, del passato di Odisseo, raccontato con tanto trasporto e con tante avventurose bugie. Come lo stesso regista ha affermato, si tratta di una vicenda mediterranea, la quale incrocia la Sardegna nel senso di una delle terre di un mare unito da archetipi e riti comuni. Il finale è un piccolo colpo di scena amaro. Le voci fuori campo di grandi doppiatori quali Mariano Rigillo sostengono un bel tentativo di realizzare un’animazione fuori dai modelli omologati quali siamo abituati a consumare.
Ed è stato proiettato anche il cortometraggio di Salvatore Mereu “Futuro prossimo” fuori concorso nella sezione “Concorso Corti” di “Orizzonti”. É stato un peccato che il breve film di Mereu non abbia potuto partecipare alla competizione. Infatti, gli altri sei corti si sono rivelati mediocri, autoreferenziali, fuori tempo massimo nei tentativi di sperimentazione. La loro bruttezza ha meritato un silenzio totale del pubblico presente, il quale invece ha applaudito “Futuro prossimo”, che almeno presenta con piccoli tocchi la profondità del problema, non solo sociale, ma pure umano dei migranti. Questa mini odissea di una adulta e una bambina a Cagliari in cerca di un lavoro, si avvale di una recitazione convincente, location credibili e ben utilizzate (lo stabilimento balneare dove le donne dormono in una cabina abbandonata, la via Roma affollata con i bar, i tavolini, tutte metafore di una città di mare che assiste, per certi versi, distratta ai drammi dei migranti) e un buon montaggio (di Davide Dal Padullo, uno degli studenti del CELCAM che ha collaborato con passione alla realizzazione del film). Proprio la professionalità dei giovani universitari – e avremo modo di rivederne le qualità nel film di Pau – lascia sperare nella formazione di tecnici e artisti in grado di rinvigorire la cinematografia isolana.

ELISABETTA RANDACCIO

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