Si chiama IsReal, il festival del cinema documentario moderno: storie reali di gente reale. È stato questo il focus del primo festival del Cinema del reale che si è concluso ieri a Nuoro per iniziativa dell’Istituto Superiore Etnografico Sardo con la direzione artistica di Alessandro Stellino, critico cinematografico, nuorese di nascita ma milanese di adozione.
Stellino ha proposto per la prima edizione una scelta di lungometraggi fatta da centinaia di film presi in rassegna. Alla fine la selezione ha coinvolto otto giovani autori che provengono da diverse parti del mondo: Italia, Inghilterra, Francia, Ucraina, Argentina, Spagna. “L’intento era quello di costituire un festival internazionale per dare spazio ai giovani”. Di fatto l’età media effettiva dei partecipanti è di circa trent’anni: “Un segnale, questo – dice Stellino – che vuole provare ad incentivare il linguaggio giovanile d’autore, per descrivere, con i loro occhi, le problematiche del nostro tempo”.
Negli autori v’è la consapevolezza che ogni opera d’arte, compresi i film che raccontano il reale, modificano il reale. Storie minime, per certi versi al limite, diventano universali e trasversali di lingue e linguaggi.
Il Festival, con proiezioni nei pomeriggi a partire dalle 16,00 fino alle 21,00, ha preso il via il 6 aprile e si è concluso ieri. La serata inaugurale ha visto la prima proiezione nazionale, fuori concorso, di “Accabadora” di Enrico Pau, mentre ogni sera è stata presentata una retrospettiva sul cinema di Pietro Marcello.
Ieri la giuria dei film in concorso, composta da Giovanni Columbu, Mireia Iniesta Navarro e Simone Moraldi, ha premiato il vincitore del festival: è “Sobre la Marxa” dello spagnolo Jordi Morato, che racconta di un uomo che per sfuggire alla civilizzazione costruisce vere e proprie città immaginarie. Il secondo posto è andato a “Sponde. Nel sicuro sole del nord”, della torinese Irene Dionisio, che racconta il dramma degli immigrati morti lungo la traversata nel viaggio della speranza, e sepolti nel cimitero di Lampedusa. Il film è costruito sulla distanza delle due sponde, tra Lampedusa e Tunisi, dove vive Vincenzo un volontario italiano e un filosofo tunisino che ‘rianima’ gli oggetti appartenuti alle persone che il mare disperde. Il terzo premio, assegnato da una giuria di giovani critici delle Università di Cagliari e di Sassari, è andato a Leandro Picarella per il suo “Triokala”, il racconto delle antiche tradizioni che resistono in un piccolo paese della Sicilia, Calabellotta.
Davide Fara