“Io non ho paura”, ci sono i Lady Radiator: si proietta il film, la colonna sonora è live

Tre cittadine, tre film, tre colonne sonore. L’edizione 2013 della mostra di arti visive “Io non ho paura” sarà itinerante e passerà per Sant’Anna Arresi, Carbonia e Gonnesa. Una nuova formula, ma rimane la stessa propensione verso le performance dal vivo accompagnate dalla musica. Infatti anche quest’anno la riflessione andrà a scavare sul rapporto tra immagine in movimento e musica, con la sonorizzazione di tre film che creeranno una sorta di spettacolo transmediale.

La quinta edizione è basata su “L’immagine del suono”, sul superamento del classico rapporto tra musica e immagine in movimento per creare attimi di pura emozione. L’evento inizierà domani 29 settembre nella piazza municipale di Sant’Anna Arresi quando i Lady Radiator (Giacomo Salis, batteria; Marco Garau, chitarra ed elettronica; Dalila Kayros, voce) andranno a sonorizzare il film “Eraserhead” di David Lynch. Il collettivo proporrà una destrutturazione temporale e concettuale della pellicola, traducendo le immagini in una musica oscura, un noir jazz imbevuto di rumorismi e soundtrack music.

Venerdì 4 ottobre a Carbonia, a Villa Sulcis, il Collettivo Terminale 3 (Marco Salaris, Filippo Mereu) sonorizzeranno “Alice” di Jan Svankmajer, permettendo l’esplorazione dei suoni assemblati attraverso metodologie di improvvisazione e di composizione elettroacustica.

La chiusura è assegnata, domenica 6 ottobre, al duo indie Diverting Duo, che a Gonnesa metterà in scena la sonorizzazione del film “Il Pianeta Selvaggio” di Renè Laloux. Ma ad attirare l’attenzione degli spettatori saranno sicuramente i Lady Radiator a cui verrà dato il compito di aprire la manifestazione. Giacomo Salis, batterista della band, presenta il progetto sonoro.

Quando e come nasce il progetto Lady Radiator?

942599_531518636883543_1232882178_nI Lady Radiator sono nati nell’estate del 2011, portando avanti il percorso intrapreso dai Chemical Marriage col Progetto “Viaggio al Centro del Cinema”: una rilettura delle musiche da film attraverso tutta la cinematografia italiana e internazionale, tra autori riconosciuti universalmente quali Morricone e Badalamenti fino a Micalizzi, De Angelis e Alessandroni. Inevitabile, in quella prospettiva, lo sguardo rivolto a chi – John Zorn per tutti – già aveva citato la musica da Cinema nelle proprie riletture critiche. Io e Marco abbiamo deciso quindi di rivalutare l’esperienza di quel progetto e, con una serie di session di improvvisazione, abbiamo posto le basi di quella che è la nostra prima sonorizzazione: Eraserhead, celeberrima opera di David Lynch. In un secondo tempo abbiamo avvertito l’esigenza di completare il fronte sonoro: la voce di Dalila Kayros porta più concretezza alle composizioni e contribuisce alla formazione di un suono mutevole, alternando momenti di astrazione rumorista ad altri di rigida matematicità rock.

Che progetti avete sviluppato in questo tempo?

Volevamo creare un progetto musicale che fosse in grado di interagire con altre forme d’arte applicata: dal Teatro ai reading, passando per il Cinema e la Fotografia sino a eventi di più ampio respiro. Muovendo da queste dinamiche, si son poste le basi per la sonorizzazione di Eraserhead. Si è attinto a piene mani da Badalamenti, dai Morphine e dal suono dell’avanguardia newyorchese, assecondando echi di influenze mediterranee e di musica concreta. Il risultato, reputiamo, è in pieno accordo con l’anomalia cinematografica intrisa di pittura del regista statunitense. Abbiamo inoltre partecipato all’edizione 2012 del concorso OZU SHORT TRACKS con la sonorizzazione di Alice in Wonderland (1903) di Cecil M. Hepworth .Attualmente stiamo collaborando con vari pittori, fotografi, registi.

Com’è riportare i suoni dal vivo? Quali le difficoltà della composizione in diretta?

Spesso il nostro lavoro è basato sull’improvvisazione radicale, i rischi son tantissimi ma il gusto nel suonare è sempre vivo. In un secondo momento attraversiamo una fase di maggiore razionalizzazione. Da questi spunti, che poi registriamo, estraiamo solo il necessario, con l’aggiunta di suoni spesso campionati e così il tutto pian piano prende forma. Siamo molto legati alla free-form e alle forme non convenzionali della “canzone”. Nonostante ciò adoriamo profondamente la cosidetta forma canzone e in particolare il cantautorato americano: uno dei nostri sogni nel cassetto è quello appunto di fare un tributo a Mark Lanegan, Tom Waits e Nick Cave.

Che progetti avete per il futuro?

Innanzitutto vorremmo portare in giro per l’Italia la sonorizzazione di Eraserhead, ma in cantiere ci son parecchie cose: un progetto ispirato al cinema noir e tante collaborazioni. Stiamo inoltre lavorando ad un live set strutturato con delle micro soundtrack di 3-4 minuti collegate ognuno ad un film diverso.

Simone Spada

 

 

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