Il pubblico ministero Michele Isgrò fu categorico: “Dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare”. Per Antonio Gramsci si aprirono così le porte di San Vittore; gli diedero 20 anni, ma per lui fu letteralmente una condanna a morte, perché ne scontò la metà, morendo nel 1937 per via delle sue precarie condizioni di salute, che il pesante regime carcerario acuì sensibilmente. Pochi, però, sanno che prima di essere trasferito definitivamente a Milano, passò 44 giorni di confino nell’isola di Ustica tra il dicembre del 1926 e il gennaio del 1927. Furono per l’intellettuale, fondatore del Partito Comunista italiano, gli ultimi veri momenti di libertà. A quel mese Emiliano Barbucci, regista di Reggio Calabria, ha dedicato un docufilm, “Gramsci 44” che il 20 e 21 maggio verrà proiettato a Cagliari nel cinema Odissea e a Carbonia al circolo “Zorba il gatto”. Prodotto dalla Ram Film con il contributo della film commission siciliana, è interpretato da Peppino Mazzotta, – attore di “Anime nere” di Francesco Munzi e della serie tv su Montalbano nel ruolo di Fazio – fotografato da Daniele Ciprì e con le musiche di Marco Betta.
L’esperimento sociale. L’opera di Barbucci si concentra soprattutto sulla creazione della scuola dei confinati politici creata da Gramsci insieme ad Amadeo Bordiga. Un vero e proprio esperimento sociale e culturale destinato a rimanere nella memoria storica dell’isola e non solo, perché fu un luogo di scambi di ideali, letture e di prima alfabetizzazione soprattutto per gli abitanti di Ustica. Il fatto stesso che ciascuno di loro partecipasse nella duplice veste di maestro e allievo agevolò il rapporto con gli isolani sia dal punto di vista intellettuale che umano. Ustica, scoglio nero in mezzo al mare era una sorta di ultimo luogo, in cui chi vi abitava era anche “prigioniero” e costretto a subire i capricci del mare. Era lui a decidere se una nave poteva partire o attraccare. Lì si era soli. Gramsci, insieme ai suoi compagni di confino, lo è ugualmente, ma quella scuola permette l’impensabile: aprirsi al mondo, riscattarsi dalla solitudine fisica e mentale. Il regime se ne accorse, già a settembre aveva inasprito i controlli, il prefetto Mori fece partire un’inchiesta per paura di una possibile rivolta armata dei confinati. Mano a mano furono divisi e mandati altrove, il processo che ne seguì fu però una tegola pesantissima per il Fascismo, visto che tutti gli imputati accusati di sovversione vennero assolti.
LE FOTO di Mathia Coco
A Gramsci Barbucci ci arriva quasi per caso, come ha raccontato per Sardinia Post: “Ero laureato da poco e il professore con cui ho svolto la tesi mi invitò a collaborare in un gruppo di ricerca sul racconto delle isole minori. Così arrivai a Ustica e mentre filmavo i pescatori ho notato che usavano spessissimo la parola “compagno”. Così ho deciso di capire il perché e sono venuto a sapere della tradizione politica comunista dell’isola, legata alla presenza dei confinati politici durante il fascismo. Tra di loro c’era Antonio Gramsci”. Mano a mano Barbucci ricostruisce i frammenti di memoria ancora presenti e vivi tra gli abitanti di Ustica e decide di dare al suo film un taglio più antropologico che cinematografico in senso stretto con un profondo e accurato lavoro di ricerca tutt’altro che semplice. “Ho iniziato con l’antropologia visuale all’università, era naturale che il mio approccio fosse di questo genere. – sottolinea – Ho voluto creare un parallelismo tra le condizioni di marginalità che vive Ustica in rapporto con l’isolamento gramsciano. La condizione d’insularità culturale e sociale rappresenta per Gramsci un fattore di discriminazione. Per questo è convinto che lo Stato debba dare a tutti la possibilità di istruirsi”.
Il personaggio inedito e iconico. Il lavoro di scrittura, portato avanti insieme allo sceneggiatore Emanuele Milasi punta a raccontare l’uomo dietro l’intellettuale, per questo è stato fondamentale trovare un attore capace di calarsi nei panni “pesantissimi” dell’intellettuale di Ales. “Costruire Gramsci è stato molto difficile – dice Barbucci – perché è un personaggio reale, peraltro piuttosto inedito nel panorama cinematografico italiano, ma è molto iconico allo stesso tempo. Perciò era necessario rispettare ciò che è tutt’ora nell’immaginario collettivo. Il fatto stesso che esistano solo foto, pochissime immagini in movimento e nessun audio originale, ci ha portato a dover lavorare su di lui attraverso i suoi testi, “Quaderni del carcere” compresi, perché per quanto scritti successivamente, sicuramente la loro elaborazione parte da Ustica. Peppino (Mazzotta, ndr) è riuscito in maniera eccezionale a tratteggiarlo in maniera pacata, dolce per molti aspetti, ha studiato i movimenti e la postura, riprendendoli senza però eccedere. Ne ha compreso a pieno lo spirito, oltre ad essere arrivato sul set preparatissimo. Aveva letto praticamente ogni cosa: lettere e riflessioni comprese. A Ustica ha portato insomma il Gramsci con tutta la sua storia, il suo peso politico e umano”. E da quell’isola il valore e la necessità delle parole e dei pensieri di Antonio Gramsci è sempre più impellente ancora oggi ed è più forte di prima. “Mi piacerebbe – chiude il regista – che il mio film venga visto da tanti ragazzi, soprattutto quelli delle scuole”.
Francesco Bellu
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SCHEDA TECNICA DEL FILM
Regìa Emiliano Barbucci
Direttore della fotografia Daniele Ciprì
Direttore di Produzione Maria Milasi
Produttore Esecutivo Americo Melchionda
Scritto da Emanuele Milasi
Musiche originali Marco Betta
Attori
Antonio Gramsci Peppino Mazzotta
Amadeo Bordiga Americo Melchionda
Piero Ventura Davide Cirri
Tabaccaia Maria Milasi
Popolano Maurizio Spicuzza
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Costumi Maria Adele Cipolla
Scenografia Giuseppe Colletti
Trucco Stefania Galatolo
Acconciature Franz Aguglia
Assistente operatore Mauro Calanca
Aiuto operatore Alessandro Cartosio
Segretaria di edizione Maria Rosa Strano
Capo Macchinista Massimo Lazzara
Macchinista Vincenzo Navarra
Fonico Luca Bertolin
Microfonista Danilo Romancino
Elettricista Carmelo Guttadauro La Blasca
Autisti Paolino Noto, Gaetano Taranto
Aiuto Regìa Bernardo Giannone
Camera Alessandro Cartosio
Assistente operatore Stefano Coco
Fotografo di Scena Mathia Coco
Grafica Locandina Angelo Alessandrini
Post Produzione Frame by Frame
Coordinatore di post produzione Primo De Santis
Digital Color Grading Christian Gazzi
Sound Mix Sandro Rossi
Traduzione sottotitoli Valentina Spicuzza
In collaborazione con: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – MIBAC – Direzione Generale Cinema; Ministero dello Sviluppo Economico – MISE – Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica; Regione Siciliana – Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo – Dipartimento Turismo, Sport e Spettacolo; Sensi Contemporanei; Sicilia FilmCommission. Questa produzione è parte del Programma Sensi Contemporanei Cinema e Audiovisivo. Partner: Comune di Ustica, Istituto Gramsci Siciliano, Centro Studi Ustica.