Il cinema sardo a Venezia ora cerca partner internazionali

Il cinema esiste attraverso la sua contraddizione fondamentale, ovvero essere, nello stesso tempo, arte e industria e di questo ossimoro esplicita in continuazione le caratteristiche. Anche in un Festival del Cinema, come quello di Venezia, le due facce della settima arte sono ben evidenziate. Da una parte, la proiezione dei film, un’occasione unica per scoprire i futuri presunti blockbuster, ma pure le opere meno pubblicizzate, quelle che avranno difficoltà ad arrivare sugli schermi commerciali, oppure i film, capaci di aiutarci a capire la società da cui provengono, un fiume in piena di arte che senza i Festival sarebbe, purtroppo, muta.

Dunque, mentre nelle sale di una struttura ferita dall’osceno scavo per un Palazzo del cinema il quale mai si farà, vengono proiettati i film per un pubblico ostinatamente appassionato, esistono anche gli spazi per il mercato, per l’esposizione, per la visibilità economica di un’arte che tenta di resistere alla cancellazione.

All’interno dell’hotel “Excelsior” è situato il Venice Market e, nello spazio di “Cinecittà-Luce” troviamo le rappresentanze dell’Associazione Italiana Film Commission, una installazione sobria, a indicare che i tempi dell’esagerazione sono finiti da tempo. È presente in questo ambito pure la Film Commission Sardegna, non più esclusivamente a mostrare le foto mozzafiato delle nostre location, ma a discutere seriamente con gli addetti ai lavori di produzioni, di partenariato nei fondi, sempre troppo esigui. Però, i film sardi a Venezia ci sono e, dunque, possono essere “usati” come esempio di produzione qualitativamente buona. “Avere uno spazio nel “Venice market” vuol dire poter interloquire con produttori per nuovi progetti – dice Nevina Satta, direttrice della Film commission sarda – e poi dare uno spazio professionale alle nostre maestranze, attraverso i film presenti al Festival, non ultimo questo è un’importante punto di incontro con i vertici di associazione di categoria, l’ANICA, l’AGIS, con cui è necessario un continuo dialogo”.

Ed e’ vero, in questo senso,che il Venice Market e’ anche uno spazio di confronto, di mini convegni, come quello sugli “Schermi di qualita”, dove si trattava dello stato delle sale cinematografiche in Italia. La Satta, in questo contesto è  intervenuta e “sebbene forse non sia un argomento di esclusivo interesse della Film Commission, ho, comunque, sottoposto alla riflessione la situazione critica delle sale sarde e da questo è nato un impegno per incontrarsi con le dirigenze nazionali a settembre”.

D’altronde, dopo il successo del prefestival con “L’arbitro” (“una preapertura temuta fino all’ultimo, che invece ha avuto una massima visibilita’, perche’ i giornalisti erano già presenti e per la rilevanza data a questo film scelto dalle “Giornate degli autori” per festeggiare il loro decennale”), ora è il momento di un altro tipo di lavoro, “discutere con i produttori internazionali, per esempio. La situazione del cinema in Sardegna continua a non essere semplice; il comparto non è ancora ben strutturato e organizzato, ma c’è una spinta di qualità dei progetti e delle professionalità, che sembra convincere i produttori stranieri non solo in funzione di straordinarie location, ma per le maestranze qualificate e per i talenti in grado di proporre storie convincenti.” A questo punto si può tentare un primo bilancio di questa partecipazione festivaliera e Nevina Satta sottolinea come, appunto, la fase iniziale con il film di Paolo Zucca, “sia stata veramente rilevante anche perché ha messo in luce definitivamente il talento di un regista importante. Poi abbiamo avuto il corto di Salvatore Mereu, all’interno del lungometraggio d’omaggio ai settanta anni della mostra e non ultimo il “Rosa Nudo” di Giovanni Coda scelto per chiudere la sezione internazionale del “Queer Lion”. La Sardegna ci pare essere in una situazione di alta creatività, in un momento in cui si sta unendo tutta le forza dei talenti e delle maestranze in un movimento che sta chiedendo la dovuta riconoscibilità dal punto di vista istituzionale”.

Elisabetta Randaccio

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share