Here I Stay, si chiude il festival indie di Fordongianus: arrivano i Soft Moon

Ultima serata oggi per Here I Stay Festival, evento internazionale dedicato alla musica indipendente rock, rock’n’roll, garage, punk ed elettronica organizzato dall’associazione culturale Here I Stay e ospitato a Fordongianus, in provincia di Oristano, da venerdì 10 a domenica 12 agosto.

Il festival, oggi al traguardo della decima edizione, ha preso il via venerdì ed è proseguito sabato: in scena le formazioni sarde Dalila Kayros, Pussy Stomp,  Ugly Sound e Love Boat, gli inglesi Duds, gli americani Omni e i colombiani Meridian Brothers, lo spagnolo Nestter Donuts, gli italiani Giuda e Yonic South e la all star band internazionale King Khan’s Ltd.

L’ultima serata del festival prenderà il via alle 17,30 nell’aula didattica della cooperativa Forum Traiani con il reading di Giacomo Casti e Francesco Medda ‘Arrogalla’ “Waiting room, the gentle art of dubbing books”, viaggio tra libri e musica.

Ale 20 sul palco allestito nella splendida cornice delle Terme romane saliranno Telephant, nuovo progetto dei sardi Mirco Pilloni (June, Flying Sebadas, Takoma, Dainocova), Luca Gambula (Flying Sebadas, Tide Predictors), Alberto Caria (Cue Lie, Flying Sebadas, Rien de Rien) e Stefano Lo Piccolo (La Piramide di Sangue, Love Boat, Golfclvb). La musica dei Telephant potrebbe definirsi pop, anche se non nel senso più convenzionale del termine, e dai riferimenti molteplici. Strati di synth e ritmiche acustico/elettroniche, qualche chitarra, bassi profondi e cassa dritta fanno da tappeto a linee vocali che talvolta si intrecciano in armonie corali.

Di seguito Lame, trio blues lo-fi punk in arrivo da Torino con Massimo Scocca (Cave Dogs, Two Bo’s Maniacs), Stefano Isaia (Movie Star Junkies, La piramide di Sangue) e Maria Mallol Moya. Uno strano mix di follia noise punk, ballate solitarie, country sickness e stomping blues, a cavallo tra un paradisiaco folk-pop e un garage infernale.
Alle 22 uno dei nomi più attesi del festival, Terakaft, band tuareg pioniera del desert-rock, fondata nel 2001 da Sanou Ag Ahmed con alcuni membri dei Tinariwen. Il loro approccio è marcatamente rock rispetto a quello di molte altre band tuareg: l’attenzione agli arrangiamenti, all’organizzazione di percussioni, batteria, basso e le melodie delle voci, a tratti polifoniche, trasformano i loro live in intensi viaggi attraverso terre desolate.

Un’ora dopo ci sarà Usé: membro della band degli Headwar, Nicolas Belvalette, in arte Usé, viene da Amiens, dove ha gestito la sala concerti l’Accueil Froid. Quando il comune decide di chiudere la sala concerti, Nicolas Belvalette risponde candidandosi alle elezioni municipali della città con il “Parti sans Cible”, riuscendo a ottenere il 2,17% dei voti e allo stesso tempo la riapertura della sala. Due anni fa ha pubblicato il suo primo album solista: alcuni pezzi di batteria, qualche vecchio synth e una chitarra suonata con le bacchette creano uno straordinario elettro-punk-techno.

Chiuderanno la decima edizione di Here I Stay gli americani The Soft Moon: la creatura del visionario compositore di Oakland, Luis Vasquez per la prima volta in Sardegna presenta il nuovo disco “Criminal”, uscito a febbraio per Sacred Bones Records. Post-punk, dark-shoegaze, elettro-industrial, oscuro, incattivito e rabbioso.

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