Film, a Sassari il concorso sulla Settimana Santa sulle tracce di Fiorenzo Serra

Scorrendo l’elenco dei film in competizione si ha l’impressione di avere a che fare con una mappa in cui si fondono insieme ricerca etnografica e visione cinematografica. A legarli insieme, il tema: la Settimana Santa, e l’approccio; che si muove dalle linee guida immaginarie di Fiorenzo Serra, antropologo e regista che più di ogni altro ha saputo raccontare la Sardegna facendola semplicemente “parlare” attraverso la nuda immagine. Per lui il cinema era, infatti, l’unico mezzo in grado di fermare il tempo e lo spazio della Storia, restituendocela in tutta la sua concretezza. Un approccio scientifico e artistico che gli ha permesso di realizzare una serie di documentari sull’isola nell’arco della seconda metà del Novecento e capolavori come “L’ultimo pugno di terra“, opera lirica e critica sugli sviluppi del Piano di Rinascita degli anni Sessanta che gli diede non poche noie censorie e che si è potuto ammirare così come l’autore l’aveva concepita solo in tempi molto recenti.

Non è un caso quindi che il concorso in programma a Sassari dal 25 al 28 novembre gli sia dedicato. La gara era stata bandita a gennaio dal laboratorio Anvisuals di Antropologia visuale dell’università di Sassari insieme alla Società umanitaria di Alghero-Cineteca sarda e dedicato alle tradizioni della Pasqua. Un tema complesso, ricco di fascino, dove la devozione si mescola agli aspetti più popolareschi e i riti assumono spesso forme spettacolari. Un vero e proprio “teatro” religioso in bilico tra vita, morte e resurrezione che si presta bene ad essere indagato e sviscerato dall’occhio della macchina da presa, dandogli così quella tangibilità documentaria e quella forma cinematografica tout court continuamente ricercati da Fiorenzo Serra.

In tutto sono 14 film che sono una vera e propria mappa che tocca il Sud Italia: dalla Puglia alla Calabria, dalla Sicilia alla Sardegna. Per puro caso, infatti, le opere selezionate arrivano dal Meridione, disegnando un arazzo filmico in cui si possono trovare punti di contatto sconosciuti e differenze. Molteplici sono anche i punti di vista che spaziano dall’analisi del rito in se, alla visione che viene recepita da chi vi partecipa in maniera diretta e indiretta, come ad esempio i bambini. “Non sono solo documentari – ci tiene a precisare Alessandra Sento, direttrice della Società umanitaria di Alghero – ma sono dei film con un linguaggio proprio, tant’è che è stato dato ampio margine agli autori nel loro lavoro”. Per Marco Milanese, direttore del dipartimento di Storia, scienze dell’uomo e della formazione, i film in gara hanno anche un valore documentale in senso stretto perché sono “Testimonianze di un patrimonio in erosione. La maggior parte di questi rituali si svolgono nei paesi dell’interno, su cui grava uno spopolamento sempre più forte. Filmarli permette di tramandarli verso il futuro, perciò l’etnografia ha una funzione di documentazione d’urgenza”.

L’appuntamento. Le proiezioni si terranno mercoledì 25, giovedì 26 e venerdì 27 novembre, dalle 17 alle 21 nell’Aula Umanistica del Dipartimento di Storia, scienze dell’uomo e della formazione in via Zanfarino 62. Al termine dei lavori, il 28 novembre, la giuria composta da Riccardo Campanelli (docente di fotografia e cinematografia, collaboratore di Fiorenzo Serra), Martina Giuffrè (docente di Antropologia Culturale presso l’Università di Sassari), Simone Ligas (dottore di ricerca in Antropologia presso l’Università di Sassari), Gianni Olla (critico cinematografico e giornalista), Antonello Zanda (direttore della Cineteca Sarda di Cagliari), deciderà le tre opere migliori assegnando loro un premio in denaro: il primo classificato riceverà 5 mila euro, il secondo 3 mila e il terzo mille. Poco prima della premiazione si terrà una giornata di studi dedicata alla Settimana Santa in cui interverranno studiosi nazionali e internazionali.

Francesco Bellu

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