Dalla Sardegna al Camerun per educare al cinema, parte la raccolta fondi

Far rinascere la speranza in Africa attraverso il cinema. È l’ambizioso progetto di Cine Yagoua che vuole portare la settimana arte in una cittadina del Nord del Camerun, Yagoua appunto, per accendere il sogno e l’immaginazione. In tre settimane intensive, attraverso un progetto di volontariato promosso dall’associazione sarda Africadegna Onlus, in collaborazione con l’associazione ‘Sole Luna-Un ponte tra le culture’, Cine Yagoua punta a far scoprire le potenzialità creative del cinema ai giovani camerunensi. La base operativa sarà il il Centre Culturel et Musée de la Vallée du Logone, diretto da un altro sardo, il missionario e antropologo Antonino Melis, originario di Tuili (64 anni).

A guidare la spedizione, sostenuta anche dalla Fondazione Sardegna Film Commission, due promettenti filmmaker: il cagliaritano Andrea Mura e la trevigiana Chiara Andrich. “Vogliamo coinvolgere la comunità e soprattutto i giovani di Yagoua alla scoperta del mezzo audio visivo ed in particolare del documentario – spiega Mura -, sia con la visione di film che trattano tematiche inerenti i diritti umani e l’ambiente, sia attraverso la creazione diretta di prodotti audiovisivi. Insomma, cercheremo di far scoprire loro il fascino della macchina da presa”.

Cine Yagoua è un sogno, e come tutte le utopie necessita di solide realtà. “Vorremmo donare alcune strumentazioni, telecamere, registratore audio, proiettore, microfoni e hard disk – dice la Andrich – al Centre Culturel et Musée de la Vallée du Logone, così che possano essere usate dai ragazzi e dalla comunità anche dopo la nostra partenza. Le strumentazioni saranno utili anche per continuare a produrre documentazione audio video per l’archivio del Museo. Quello che ci serve è un piccolo aiuto per acquistarle: ci basta anche una piccola donazione, ma stiamo anche raccogliendo materiale audio e video usato”.

L’associazione cerca un sostegno concreto. Per questo ha deciso di far partire una raccolta di crowdfunding – tutte le info nella pagina www.africadegna.org, il cui contatto è Giacomo Manna (marchigiano che vive a Serdiana), promotore della onlus Africadegna, fondata con la compagna Rita Piras. Manna ha creato alcuni eventi di presentazione: il prossimo appuntamento di presentazione del progetto è a Roma il 24 gennaio, nella sede della Kama Productions. Il progetto vero e proprio parte il 26 gennaio.

“Sarà articolato in tre distinte fasi – spiega Manna -: il cineforum sui diritti umani, il laboratorio video per ragazzi e le riprese video per l’archivio sulle tradizioni popolari del Centre Culturel et Musée de la Vallée du Logone. Il cineforum, nello specifico, prevede la proiezione gratuita di sei documentari provenienti dagli archivi del Sole Luna Doc Film Festival, festival internazionale di documentari organizzato dall’Associazione ‘Sole Luna–Un ponte tra le culture’, che è partner del progetto”. Inoltre verranno anche proiettati dei cortometraggi sulla sostenibilità ambientale prodotti in Sardegna con il bando Heroes 20.20.20. dalla Fondazione Sardegna Film Commission.

“Il laboratorio di cinema, tenuto da Mura e dalla Andrich – prosegue Manna – sarà dedicato alle nuove generazioni, metterà al centro la loro creatività e la loro visione del mondo. Durante il corso si cercheranno di individuare delle realtà nel contesto locale che consentano di approfondire le tematiche dell’interculturalità e dell’accettazione e valorizzazione delle differenze, lavorando su temi quali tradizione-innovazione, nuove-vecchie generazioni, differenze di genere, diversità. Durante le tre settimane di permanenza, i registi si metteranno a disposizione per ampliare l’archivio audiovisivo del Museo Centre Culturel et Musée de la Vallée du Logone attraverso la realizzazione di materiali video quali interviste ad anziani, riprese di rituali o tradizioni popolari legate al canto, racconto orale, artigianato e caccia”.

Così Andrea Mura: “In Africa, come in Europa anche se in misura minore, c’è tra i giovani una scarsa consapevolezza del funzionamento dell’apparato audio-visivo, dunque un approccio passivo piuttosto che creativo con esso. È per noi importante colmare questo gap in particolare nelle aree svantaggiate, rendendo disponibili quegli strumenti tecnologici, dalle videocamere ai proiettori, che consentano di sviluppare una cultura dell’immagine sia per affrontare temi importanti relativi ai diritti umani e alla sostenibilità ambientale sia per sperimentare un approccio creativo con il mezzo audio-visivo”. Il cinema portatore di luce.

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