Cagliari sfida Atene e Parigi per il congresso internazionale di Epigrafia

Cagliari si prepara a sfidare due grandi capitali della cultura mondiale: l’ufficializzazione non c’è ancora, ma l‘Isola si è candidata a ospitare il prossimo Congresso internazionale di Epigrafia Greca e Latina, evento prestigioso dedicato alla storia antica accolto ogni cinque anni in una città diversa che nel 2022 celebrerà la sua edizione numero 16. Sarà una battaglia dura per la Sardegna: le due sfidanti sono Atene e Parigi, città ricche di un patrimonio storico, artistico e culturale immenso.

La proposta sarà presentata il prossimo 28 agosto a Vienna durante la quindicesima edizione del Congresso, organizzato dall’associazione Aiegl: davanti a un migliaio di delegati, presieduti da Manfred Schmidt del Corpus Inscriptionum Latinarum di Berlino, Attilio Mastino, storico,  epigrafista ed ex rettore dell’Università di Sassari, proporrà di portare l’evento in Sardegna, e precisamente a Cagliari. Farà da portavoce per il comitato promotore di cui fanno parte gli epigrafisti delle due università della Sardegna Antonio M. Corda, Piergiorgio Floris, Antonio Ibba, Giovanni Marginesu, Elisabetta Poddighe, Paola Ruggeri, Pier Giorgio Spanu e Raimondo Zucca.

L’evento del 2022 si concentrerà sull’epigrafia di età greca e romana ma da una prospettiva nuova: lo sguardo delle province, territori finora considerati marginali, in realtà importanti nel processo di formazione della cultura mediterranea rispetto all’egemonia dominante. “Il punto forte della candidatura – spiega Mastino – è il filo rosso che tramite le testimonianze epigrafiche collega l’età nuragica con l’età giudicale attraversando, in modo più o meno sotterraneo, l’età romana. A Sassari poi esiste da anni un Centro di Studi Interdisciplinari sulle Province Romane che ha in corso una serie di ricerche sull’Africa Romana e sui rapporti tra la Sardegna e il resto del Mediterraneo durante l’impero”.

Se la scelta degli organizzatori ricadrà sulla Sardegna, il congresso sarà una preziosa occasione per presentare gli studi più recenti dell’epigrafia della colonizzazione greca e delle province romane, con attenzione alle particolarità locali, alle identità, alle lingue e alla geografia del mondo antico. Tantissime nell’Isola le testimonianze di nomi di persone, luoghi e oggetti tramandati dall’età preistorica e protostorica fino al periodo romano: nel nuraghe Áidu Entos di Mulargia, ad esempio, c’è una pietra che segnava il confine tra Ilienses e Nurritani, dove si legge la parola Nurak, termine che ha attraversato i millenni fino al nostro ‘nuraghe’; a Ula Tirso e Busachi sono stati trovati documenti con il nome Torbenius  o Torvenius, poi usato dai giudici arborensi; i nomi romani Nispellus e Nispenini, documentati ad Ula Tirso e a Macomer e di probabile origine protosarda, sono stati tramandati fino al medioevale Nispella; in un cippo di Buaschi si legge Ietoccor, precedente del diffusissimo Ithoccor, portato dall’aristocrazia giudicale.

Gli oggetti più rappresentativi all’interno del patrimonio epigrafico sardo sono certamente la coppa di Olbia, datata al VI secolo avanti Cristo, decorata con stambecchi e civette sui cui venne inciso il nome ‘Theolos’; la celebre tavola di Esterzili, con le sentenze dei governatori romani impegnati a contenere il nomadismo dei pastori Galillenses per favorire la sedentarizzazione degli agricoltori Patulcenses giunti dalla Campania; e poi le iscrizioni in latino e greco che accompagnano il sonno eterno di Atilia Pomptilla, matrona romana vissuta a Cagliari nel II secolo dopo Cristo e sepolta nella Grotta della Vipera a Cagliari. Ci sono poi oggetti particolarmente importanti perché testimoniano l’uso contemporaneo di più lingue nell’Isola: l’iscrizione da San Nicolò Gerrei con l’invocazione al dio Esculapio/Merre scritta in greco, cartaginese e latino, o quella  blingue in latino e cartaginese di Sant’Antioco dedicato alla dea Elath.

Il responso sulla proposta di candidatura arriverà lo stesso 28 agosto. Il congresso di epigrafia a Cagliari potrebbe essere un’ottima occasione per mostrare al mondo gli studi attorno allo straordinario patrimonio archeologico, storico ed epigrafico della Sardegna di età greca e romana. L’evento sarà pensato anche per i non addetti ai lavori: oltre alle relazioni degli studiosi ci saranno escursioni, conferenze e dibattiti aperti al pubblico.

(in foto il Tempio di Antas, che sul frontone ha una iscrizione con la dedica al Sardus Pater/Babai, immagine da www.sardegnadigitallibrary.it)

Francesca Mulas

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