A Olzai la prima mostra collettiva delle artiste sarde dal Novecento a oggi

Arte in rosa a Casa Floris è la mostra che verrà inaugurata sabato prossimo, il 18 novembre, alle ore 11, presso il “Museo Carmelo Floris” di Olzai.  L’esposizione, realizzata per iniziativa del Comune, è stata ideata e progettata da Marzia Marino, neodirettrice della Casa Museo “Carmelo Floris”. Le 40 opere – per la gran parte esposte al pubblico per la prima volta – provengono tutte da collezioni private (tranne tre che fanno parte della raccolta della “Pinacoteca Comunale Carmelo Floris”) e, nel loro insieme, tracciano un itinerario della produzione artistica femminile in Sardegna dagli anni Venti del Novecento fino ai giorni nostri, con la volontà, così come sottolinea Marzia Marino, di portare in evidenza “l’arte femminile (…) spesso rimasta ai margini della storia dell’arte e mai appieno valorizzata salvo sporadici casi…” ..

“Il progetto – spiega l’amministrazione del centro barbaricino –  nasce dalla volontà  di valorizzare la Casa Museo, snodo fondamentale del paesaggio culturale di Olzai e del territorio, la sua collezione permanente e la figura di Carmelo Floris che, per la prima volta, apre le porte all’incursione di 22 artiste. In questo modo il museo, non più contenitore statico, diventa spazio dinamico di confronto, di studio, di condivisione di esperienze artistiche anche distanti da quelle del maestro”.

A segnare l’inizio della visita Le tre donne di Maria Murgia (Ossi 1935), un’immagine emblematica, quasi simbolica, che nella sintesi delle forme e nell’estrema luminosità dei volti, trasmette la coscienza, limpida e serena, della dignità e dell’orgoglio delle donne sarde. Il percorso espositivo prosegue secondo un criterio cronologico e si dispiega attraverso tre sale del museo. Tutti gli Olzaesi riconosceranno Alla fonte di Lillina Marongiu (Sassari 1899-1994), la maestrina di Olzai, opera donata dal figlio, Enrico Piras, in occasione della prima edizione del concorso letterario in lingua sarda, intitolato alla sua memoria. Il piccolo olio, datato 1922, dialoga amabilmente con la ceramica A convegno di Edina Altara (Sassari 1898 – Lanusei 1983) e con due collage di Albina e Giuseppina Coroneo (Cagliari, 1898 – 1994; Cagliari, 1896 – 1978), opere nelle quali traspare come la passione spontanea per l’ornamento, supportata da una manualità duttile e sensibile, abbia raggiunto livelli creativi capaci di condizionare ogni aspetto del vivere quotidiano.

La scuola dell’incisione è documentata da tre eccellenze, le Cagliaritane Anna Marongiu (Cagliari 1907 – Ostia 1941), Dina Masnata (Cagliari 1893 – 1961) e Tona Scano (Cagliari 1906 – 2002), quest’ultima presente anche con due disegni. Sono tre i ritratti femminili in mostra dipinti da Francesca Devoto (Nuoro 1912 – 1989), indagati, con la consueta sensibilità, nell’intimità dell’ambiente domestico. Sono al mare, invece, le donne di Liliana Cano (Gorizia 1924), novecentiste nella sintesi plastica delle figure e nella solitudine dei paesaggi, si confrontano con l’asciutto e dinamico grafismo con il quale Maria Lai (Ulassai 1919 – Cardedu 2013) ha trasformato i temi della “sardità” in punti di condensazione cosmica. Dalla natura morta di Verdina Pensè (Alghero 1913-1984) al paesaggio geometrico di Rita Thermes (Cagliari 1923 – 2006), passando attraverso un’inedita Rosanna Rossi (Cagliari 1937), presente con un Vaso di fiori, rara testimonianza della sua prima produzione figurativa, e con due composizioni astratte, che ben si accostano all’opera di Zaza Calzia (Cagliari 1932), quasi esercitazioni stilistiche sullo stesso tema.

E se la mostra non esaurisce il suo potenziale figurativo grazie ai nudi e ai ritratti firmati da Mirella Mibelli (Olbia 1937 – Cagliari 2015), Maria Pia De Angelis e Anna Cabras Brundo (Cagliari 1919 – 2008), le ricerche più contemporanee sono rappresentate da Cielo d’acqua di Rosanna D’Alessandro (Spinazzola 1954), in cui convivono l’espressività del gesto e del colore in un continuo divenire della materia, dalle geometrie decorative di Carolina Melis (Cagliari 1975), dai codici plastici di due ceramiche di Anna Maria Secci (Cagliari 1946) e dalla ricerca astratta e concettuale di Annamaria Caracciolo (Cagliari 1947) e Narcisa Monni (Alghero 1981), la più giovane del gruppo.

L’inaugurazione coinciderà con la prima giornata delle Cortes Apertas in programma per il fine settimana del 18 e 19 novembre, di cui contribuirà ad arricchire l’offerta culturale, e sarà visitabile fino all’Epifania del 2018.

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