Al Macc di Calasetta il Genius Loci dei grandi maestri di Sardegna

Maestri di Sardegna, è la grande mostra collettiva dell’estate del Museo Macc di Calasetta, visitabile sino al 16 settembre del 2018, dal martedì alla domenica, dalle ore 18 alle ore 21. Nata da un’idea corale di Roberta Vanali, Efisio Carbone e Giorgio Dettori, la mostra è una narrazione visiva della più interessante produzione artistica dei grandi Maestri sardi, per la prima volta riuniti insieme per raccontare attraverso il genius loci della Sardegna, temi universali. Gli spazi luminosi di Sardegna del Museo MACC, si rivelano il set ideale per la mise en scene dei linguaggi arcaici di Costantino Nivola, Maria Lai, Salvatore Fancello e Pinuccio Sciola, e della sensibile ricerca di Antonello Ottonello, Lalla Lussu e Ruben Montini, legati tra loro anche da personali trame di vita. La mostra è inserita all’interno di un cartellone che intende rafforzare il legame tra il sistema museale e i luoghi su cui insiste, coinvolgendo tutti gli attori del territorio a partire dai suoi cittadini, attraverso progetti e attività di interazione con le comunità locali, e al contempo soddisfare i visitatori, creare sviluppo e aprirsi verso l’esterno. Inserite in questa logica anche le residenze d’artista che vedono protagoniste dallo scorso 23 giugno e sino al 6 agosto alla Torre Sabauda, il risultato del lavoro iniziato lo scorso marzo dalle due artiste Paulina Herrera Letelier, architetta, designer, artista cilena e Francesca Romana Motzo, musicista, performer sarda. Track di-vento di-pietra, è il titolo della loro mostra, ispirata nelle forme e nei suoni alla trachite rossa tipica dell’isola di Sant’Antioco e le suggestioni del territorio. Domenica 8 luglio alle 8 del mattino Paulina Herrera Letelier e Francesca Romana Motzo, eseguiranno, presso lo scoglio di Mangiabarche il loro secondo e suggestivo intervento performativo legato al progetto Track di-vento di-pietra. A seguire alle 11 al Museo MACC, saranno gli stessi curatori, Roberta vanali, Efisio carbone e Giorgio Dettori, ad accompagnare il pubblico alla scoperta della mostra Genius Loci, attraverso una “privilegiata” visita guidata aperta a tutti. Ma al Museo MACC, la stagione turistica si arricchisce anche di eventi collaterali, proponendo inaspettati quanto piacevoli approcci all’arte dedicando tutti i venerdì e i sabati di luglio e di settembre Tramonto al Museo, con visita guidata alle mostre che si conclude con un aperitivo da gustare sulle terrazze alla calda luce del tramonto.  I martedì e i giovedì sulla terrazza della Torre Sabauda, sono attive delle sessioni di yoga guidate da un’insegnante professionista. Il MACC riconferma la convinzione che il museo debba e voglia essere un attivatore culturale, un centro che conservi e promuova lʼarte ma anche il piacere della socialità e dell’incontro e un motore che possa efficacemente contribuire allo sviluppo economico del territorio.

La mostra

La grande mostra, curata da Efisio Carbone, Roberta Vanali e Giorgio Dettori, è dedicata al Genius Loci, con le opere degli artisti Costantino Nivola, Maria Lai, Salvatore Fancello, Pinuccio Sciola, Antonello Ottonello, Lalla Lussu e Ruben Montini. Il progetto si innesta in un percorso di più ampio respiro che intende valorizzare la Collezione permanente attraverso una serie di mostre che hanno il compito di approfondire i legami tra arte e territorio, le connessioni tra artisti, gli elementi comuni di ricerca. Gli artisti selezionati sono tra i più celebri del panorama sardo, nomi di grande richiamo che veicolano efficacemente la conoscenza del territorio sardo. “I luoghi hanno un’anima. Il nostro compito è di scoprirla. Esattamente come accade per la persona umana.” (James Hillman, L’anima dei luoghi) In base alla concezione animistica della natura secondo la quale tutto è vivo, il Genius Loci incarna l’anima di un luogo. Oggetto di culto a partire dall’età augustea si configura come un’entità soprannaturale che custodisce e protegge un luogo mediante un processo di stratificazione avvenuto nel corso del tempo. Muovendo da questi presupposti, attraverso sette tra gli artisti più noti del panorama sardo, s’intende individuare un percorso comune che restituisca la capacità di trattare elementi peculiari della storia, della cultura, della natura del territorio sardo per restituirli alla collettività elaborati in linguaggi contemporanei con la straordinaria capacità di varcare geograficamente i confini “regionali” per divenire patrimonio collettivo mondiale. Il tutto evidenziando rapporti, amicizie e contatti significativi per il percorso di ognuno degli artisti storici. Sinergie che persistono ancora oggi per gli artisti attivi.

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