Al Jazz Club Network firmato Cedac le alchimie sonore di Lay & Satta

Intriganti alchimie sonore a tempo di swing con il Riccardo Lay & Sandro Satta Duo: i due artisti saranno protagonisti giovedì al Jazzino di via Carloforte 74-76 a Cagliari e venerdì 24 febbraio al Vecchio Mulino di Sassari per un duplice appuntamento nell’Isola sotto le insegne del Jazz Club Network firmato CeDAC nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.

Note improvvisate tra echi della tradizione musicale isolana e originali melodie per un doppio concerto che nasce dal lungo sodalizio tra i due artisti, da cui son scaturiti anche il primo album di Riccardo Lay, intitolato “Totem” (Splasc’h, 1989), disco emblematico dell’etno-jazz italico e qualche anno dopo “Sintesi” (per l’etichetta Via Veneto Jazz). Fil rouge – oltre alla comune passione per le Blue Notes e la riscoperta dei suoni e dei ritmi della Sardegna – anche l’ironia e la capacità di spaziare tra generi e stili, rimescolando le carte in un gioco di accostamenti tra forme arcaiche e moderne, reinventate e reinterpretate con sensibilità contemporanea in un felice interplay dove la voce solista del sax s’intreccia alle vibrazioni del basso.

Il contrabbassista sassarese Riccardo Lay (classe 1949) dopo gli esordi in rock ha dato vita – con Antonello Salis e Mario – al trio Cadmo, per poi proseguire la sua intensa carriera tra Festival internazionali e collaborazioni con artisti come Massimo Urbani, Enrico Rava, Lester Bowie, Paolo Fresu, Tristan Honsinger, Don Moye, Sainkho Namtchylak, e Pat Metheny. Tra concerti e masterclasses, l’artista si ritaglia un ruolo importante nel panorama jazzistico nazionale e non solo, con una cifra che fonde la matrice etnica e la musica improvvisata. “Babaiola” è il titolo di una produzione originale con la danzatrice Maria Claire Garrison e la cantante Joy Garrison per Ai Confini tra Sardegna e Jazz – 2003, incide gli albums “Totem”, “Sintesi” e Frammenti” e con il progetto Interazioni (e l’omonima associazione) punta a creare un laboratorio stabile di idee per una sintesi di percorsi musicali: suoni naturali, canto e improvvisazione si mescolano e si fondono  in una visione della musica come «elemento naturale basilare», da cui partire per «armonizzare nuove forme sonore nella dimensione dell’EtnoJazz».

Il sassofonista Sandro Satta, nato a Rovereto (classe 1955), dopo gli studi di chitarra classica e tromba si dedica al sax contralto. Nel corso della sua carriera condivide il palco e incide dischi con musicisti come Marcello Melis, Antonello Salis, Danilo Terenzi, Riccardo Lai e Paolo Fresu, Eugenio Colombo, Bruno Tommaso e Paolino dalla Porta. Suona con artisti del calibro di Lester Bowie, Don Cherry, Don Moye, Don Pullen, Gary Bartz, Albert Mangelsdorff, George Garzone, Billy Cobham, Han Bennik, Harvey Swartz, Elton Dean, Steve Grossman, Gary Smulyan e partecipa a importanti rassegne e festivals in Italia e all’estero. Collabora inoltre con diverse compagnie teatrali tra cui il Club Teatro di Remondi e Caporossi, con la compagnia di danza diretta dalla coreografa Roberta Garrison e con il regista Roberto Olla e partecipa a diverse trasmissioni radiofoniche (Rai e Radio Vaticana) e televisive (Rai e varie emittenti private).

Dall’incontro tra i due artisti – solisti e interpreti affermati sulla scena jazzistica italiana e internazionale – nasceranno nuove invenzioni e inediti itinerari sonori, in un nuovo capitolo di una lunga e feconda collaborazione, con un’affascinante miscela tra musica popolare e swing, molto divertimento e l’immutato piacere di suonare insieme.

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