Al Carbonia Film Festival il futuro oscuro firmato da Omar Dogan

Il cinema di qualità con i cortometraggi del concorso internazionale e due film in anteprima italiana, hanno caratterizzato la seconda giornata del Carbonia Film Festival. Sono stati proiettati i corti in competizione, opere che, per contenuto e forma, per quanto diversi nella realizzazione e nella qualità, possono ben sintetizzare gli interessi del cinema contemporaneo. Così, “A december journey” di Omar Dogan ha per tema un oscuro futuro devastato dai cambiamenti climatici, “Cops are actors” di Tova Mozard è una riflessione sperimentale sul potere, “Joy in people” di Oscar Hudson è una particolare osservazione dei riti di massa, “Here there is no earth” di Martin Dicicco una drammatica vicenda ambientata tra Armenia e Turchia, “Untravel” di Ana Dedelijkovic mostra un altro paradossale futuro distopico raccontato con la forma dell’animazione, “Skip day” di Ivete Lucas e Patrick Bresnan ha per protagonisti i giovani e le loro problematiche.

Il programma dei lungometraggi ha subito dei cambiamenti a causa del maltempo che ha influito sulla regolarità dei voli, per cui la regista Manon Ott, che avrebbe dovuto introdurre il suo “De cendres et de braises”, non è potuta essere presente e, molto opportunamente, la direzione del festival ha scelto uno scambio di film, piuttosto che proiettare il lungometraggio previsto, che sarà, però, proposto venerdì, senza il supporto dell’autrice. Il pubblico non è rimasto deluso, visto che “The return” della regista danese Malene Choi ha raccolto attenzione e consensi. Il film, molto interessante anche nella forma con soluzioni registiche, di montaggio, musicali originali, oscilla tra l’aspetto documentaristico e quello di finzione. Tratta un delicato argomento quale la complessa psicologia di chi è stato adottato da bambino e cerca, da adulto, in momenti di transizione personale, le proprie origini, i propri genitori. Vediamo, dunque, giovani, provenienti da varie nazioni, ritrovarsi in Corea, il paese in cui sono nati, in una struttura pensata per accogliere proprio chi vuole ritrovare i genitori biologici. Si incrociano vicende diverse, approcci differenti di chi ricerca le proprie origini come il punto di approdo della propria personalità. Ma fare luce sulla nebbia del passato può far riemergere drammi e sensi di colpa non semplici da sostenere. Il finale metaforico e aperto scelto dalla regista (la quale sicuramente si è servita di esperienze autobiografiche) accentua l’inquietudine della vicenda. Un film molto bello e intenso.

Altrettanto sorprendente, lo splendido “Bisbee ’17” di Robert Greene. Nel film, il passato con la terribile storia dei minatori della cittadina dell’Arizona che, dopo uno sciopero, vengono arrestati e deportati nel deserto in cui li attende una fine orribile, si incrocia circolarmente col presente. Narrazione, testimonianze, realtà storica e realtà mitizzata, falso e vero, interpretazione teatrale e cinematografica sintetizzano una sorta di inquietante storiografia “morbida”, dove la lezione severa del passato sembra scivolare senza divenire maestra delle coscienze. La forma scelta dal regista (anche montatore del film) è vivace, ironica e attenta alle inquadrature attraverso una bellissima fotografia. “Bisbee ’17”, narrando, per parafrasare un celebre film italiano, una pagina di storia non raccontata nei libri di scuola, coinvolge con un metodo di testimonianza, ma anche quasi di tipo brechtiano, un’intera comunità, raggelata nelle proprie miserie ideologiche, provata dalle trasformazioni economiche, fissata nei falsi miti del western, a cui ha contribuito pesantemente pure il cinema. Un film che fa onore allo staff del Carbonia Film Festival per averlo scelto, sperando abbia una possibilità di distribuzione nelle sale. Lo merita.

Elisabetta Randaccio

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share