Ventisette artisti protagonisti, “differenti per background e ambiti di provenienza”, ma tutti uniti dal comune denominatore delle arti visive. È “Il terzo suono“, mostra collettiva che nasce nell’ambito del Culturefestival 2017 di Simone Pittau ed è ideata e curata da Roberta Vanali ed Efisio Carbone in collaborazione con Fernanda Sanna (responsabile arti visive del Culturefestival). Il taglio del nastro il 12 novembre scorso a Mogoro, nelle sale del Centro fiera del tappeto. La mostra resta aperta sino a Natale.
“Il progetto – si legge nella pagina Facebook dell’evento – muove dal concetto di terzo suono, particolare fenomeno acustico evidenziato da Giuseppe Tartini all’inizio del XVIII secolo e prodotto da due suoni simultanei” e nella mostra viene usato “pretesto per sviluppare la tematica dell’ascolto come base di ispirazione per analizzare la realtà da un’altra lunghezza d’onda. Duplice è l’obiettivo: “Ampliare l’orizzonte sensoriale e attivare capacità percettive”. Diversi i contesti da cui il suono si origina: natura, città, industria, ma anche ritmo, dissonanza, assonanza, armonia e disaccordo, fino ad arrivare al silenzio.
“Tra gli artisti storici – si legge ancora nella presentazione – il suonatore di violino di Maria Lai; il rigore musicale delle “sonatine” di Rosanna Rossi, vere e proprie suites su tela per orchestra da camera; il suono segreto della pietra delle celebri sculture sonore di Pinuccio Sciola; la sperimentazione d’avanguardia di Tonino Casula; il blues di Antonio Atza“. Espongono le loro opere Elisa Desortes, Silvia Corda, Josephine Sassu, Davide Volponi, Marcello Simeone e Sabrina Oppo. Fotografie di Franco Casu, Giovanni Coda (Jo), Massimiliano Picconi e Gio Loy. I video di Leonardo Boscani e Matteo Campulla. La pittura di Daniele Serra, Veronica Paretta e Fernanda Sanna. Le tecniche calcografiche di Alberto Marci e le performance di Adriano Orrù, Emanuela Lioy e Massimo Olla con i suoi [D]ronin, strumenti musicali d’invenzione.
[Nella foto una delle opere di Massimliano Picconi]