A Benetutti le “Botteghe del labirinto”, omaggio alla misteriosa domus de janas

Non bisogna essere degli eroi per entrare nelle “Botteghe del labirinto” di Benetutti, nel Sassarese. Basta semplicemente lasciarsi andare tra i vicoli del paese alla ricerca di saperi e sapori antichi. Un viaggio dei sensi per recuperare il piacere di un buon vino o di un dolce. Per tre giorni, da stasera sino a domenica 25 ottobre, il piccolo centro del Goceano sarà al centro di una kermesse che per il terzo anno consecutivo mette in mostra il meglio della sua produzione enogastronomica. Tutto si lega con la memoria del labirinto a spirale di Luzzanas – da cui la manifestazione prende il nome – inciso sulla parete della domus de janas omonima, unico del suo genere in Sardegna.

Da sempre dà, è il caso di dirlo, filo da torcere agli archeologi che sino ad ora non si è riuscito a datare con certezza. labirinto incisoLe ipotesi più recenti sembrano ricondurlo non al momento in cui fu scavata la tomba (Cultura di San Michele, III millennio a. C.), ma a periodi più recenti che oscillano tra il VII secolo a. C. e l’epoca medievale, ed è forse questa incertezza a renderlo ancora più interessante. Di sicuro è unico nel suo genere, visto che in Sardegna è l’unico esemplare. Verosimilmente il suo significato è da legare al viaggio ultraterreno dell’anima nell’aldilà; una sorta di mappa che ne rappresenta il cammino irto di pericoli e difficoltà.

Organizzate dal comitato “Zente in faina” con il contributo della Regione, Gal Goceano, Comune di Benetutti e Pro Loco, le “Botteghe del labirinto” si snodano nel centro storico del paese in un percorso di quarantina postazioni in cui si potranno osservare le lavorazioni artigianali del ferro a damasco, delle ceramiche dell’argilla, dei tessuti; degustare su pane lentu, sas cogoneddas de patata, lardu e erda, l’arvisionadu, vino tipico del paese, le birre artigianali di Re Forte che si collegano alla leggenda della lotta tra due giganti nel territorio di Benetutti, i dolci e i vari tipi di pane.

Spazio anche alla cultura e alla storia con le escursioni guidate sia alla domus de janas del Labirinto, sia alle terme romane, sia con al retablo di Sant’Elena del cosiddetto Maestro di Ozieri, custodito nella Parrocchiale, sia alla collezione Soddu-Tanda che raccoglie un’antologia della pittura moderna in Sardegna. Un cammino lungo i secoli cadenzato dai balli e dai colori del folk con i canti de “Su concordu benetuttesu”, i balli dei gruppi Usolvisi e Sas comares de Santu Juanne, il suono dell’organetto diatonico di Paolo Canu, della chitarra di Michele Mastio e la voce di Alessandro Magrini. Nelle serate spazio alle sfilate dei gruppi di tutto il Goceano e delle maschere tradizionali della Barbagia: Mamuthones di Mamoiada, Merdules e boes di Ottana, Thurpos di Orotelli, Bundhos di Orani, Urthos e Buttudos di Fonni, Mamutzones di Samugheo.

Francesco Bellu

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