L’Arpas chiede la chiusura degli scarichi abusivi a Capo Boi, Villasimius. Il caso era stato sollevato dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico, che ad agosto ha inoltrato una richiesta di informazioni e di adozione di opportuni provvedimenti per sanare la situazione. Il personale tecnico dell’Arpas ha effettuato quattro sopralluoghi, coinvolgendo i gestori (Valtur) e titolari (Alisa s.r.l.) del locale complesso turistico-edilizio e ha accertato la presenza di “tubazioni presumibilmente provenienti dal vecchio sistema di depurazione delle acque reflue asservito al complesso turistico Capo Boi” (attualmente collegato al sistema fognario-depurativo di Villasimius), sono inoltre “presenti altre tubazioni di piccole dimensioni presumibilmente provenienti dalle villette adiacenti alla costa”. E’ stato riscontrato anche “uno scarico di liquidi (gocciolamento)” da una tubazione, ma “non è stato possibile ottenere informazioni complete e esaustive sui particolari costruttivi e di collettamento dell’impianto di gestione delle acque reflue e piovane sia per la situazione in essere sia per quella pregressa”.
Da qui la richiesta della rimozione dello “scarico” non autorizzato. L’area interessata rientra nell’area marina protetta “Capo Carbonara”, è contigua al sito di importanza comunitaria – S.I.C. “Costa di Cagliari”, ed è tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.). “Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus”, si legge in una nota, “dopo aver coinvolto l’A.R.P.A.S., il Comune di Villasimius, la Guardia costiera, la Provincia di Cagliari, il Reparto navale della Guardia di Finanza, il Servizio igiene dell’A.S.L. n. 8., auspica che si giunga rapidamente alla rimozione degli scarichi di natura ignota e non autorizzati”.