Vertenza E.On: ieri iniziato lo sciopero degli operai. Cappellacci: “Rispettare gli impegni”

E’ iniziato ieri notte alle 23 il primo degli scioperi di quattro ore proclamati dalle segreterie territoriali di Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uilcem-Uil dopo l’annuncio della multinazionale tedesca E.On di 120 esuberi su 240 dipendenti della termocentrale di Fiume Santo. I primi a fermarsi ieri sono stati gli addetti al gruppo di produzione numero 1 marciante a olio combustibile, uno di quelli che dovrebbero essere smantellati in base all’accordo di programma stipulato a suo tempo fra Endesa e l’allora governatore Renato Soru, accordo poi confermato da E.On quando la multinazionale tedesca era entrata in possesso della termocentrale.

Quello di ieri notte è il primo degli scioperi “a scacchiera” di quattro ore. I veri problemi potrebbero sorgere oggi quando l’astensione dal lavoro riguarderà il personale addetto al gruppo 3, da 320 megawatt alimentato a carbone, e, quasi contemporaneamente, le squadre che operano al movimento combustibili. Con le stesse modalità i dipendenti sciopereranno al gruppo 2 (domani notte) e al gruppo 4.

Una protesta che vedrà gli operai radunati davanti al cancello della centrale. Non si esclude anche l’interruzione dell’erogazione dell’energia elettrica alla rete Terna con possibili black out nell’isola. Un’eventualità finora scongiurata poiché sino alla scorso anno Terna aveva inserito la centrale E.On fra gli impianti essenziali alla sicurezza della rete. Non è neppure escluso che la protesta possa sfociare in altre azioni dimostrative, non necessariamente nei pressi della termocentrale.

Intanto il presidente della Regione Ugo Cappellacci questa mattina ha inviato una lettera ai vertici della multinazionale tedesca invitando l’azienda a rispettare gli impegni assunti per la costruzione della nuova unità e l’impiego, per i prossimi cinque anni, di un migliaio di lavoratori per la realizzazione dell’impianto.

“Considereremo inaccettabile qualsiasi vostra decisione che non preveda la costruzione della nuova Unità. Non intendiamo rinunciare né alla difesa dell’ambiente, né all’opportunità di occupare 1000 lavoratori nei cinque anni necessari per la realizzazione dell’opera”, ha scritto il governatore. “Avreste già dovuto avviare i lavori per la costruzione di una nuova Unità termoelettrica – prosegue il presidente- in sostituzione dei due gruppi esistenti a olio combustibile, ma, mentre si avvia a scadenza la proroga da voi richiesta, per l’autorizzazione alla costruzione della nuova unità, dobbiamo constatare una perdurante situazione d’incertezza che si accompagna a un evidente affievolirsi del vostro impegno per la realizzazione degli investimenti indispensabili ad assicurare i miglioramenti ambientali attesi e un futuro adeguato alla Centrale. E’ una situazione inaccettabile che causerebbe gravi inconvenienti alla stessa sicurezza e stabilità della rete elettrica della Sardegna”.

“Appaiono non comprensibili – ha sottolineato il presidente-  le notizie di una vostra indisponibilità a valutare soluzioni alternative al vostro impegno diretto. Ci risulta, infatti, che è stata rifiutata un’offerta per la realizzazione della nuova unità, presentata da un imprenditore italiano insieme con un’importante multinazionale, mentre avete affermato, attraverso chi vi rappresenta in Italia, che nessuno era interessato a portare avanti quell’investimento. Questa situazione d’incertezza sulle prospettive – prosegue il presidente- è da Voi resa ancora più difficile e inaccettabile con riferimento ai rilevanti tagli all’organico interno e alle attività manutentive svolte dalle imprese locali, creando, in tal modo, un grave disagio sociale che contrasteremo in ogni maniera. Restiamo in attesa – conclude Cappellacci- di un vostro urgente riscontro che chiarisca modalità e tempi per il rispetto degli impegni assunti. Una posizione condivisa dall’assessore dell’Industria, Alessandra Zedda: “Richiamiamo l’azienda agli impegni assunti con i lavoratori, le istituzioni e il territorio. Eon deve rispettare gli impegni o si assumerà le conseguenze del suo inadempimento. Non siamo disposti – ha concluso l’assessore- a concedere altro tempo. La Sardegna non può più aspettare”.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share