Uranio, il passo indietro del prof Trenta: “Sono stato malinformato”

Il 7 febbraio scorso, a margine della presentazione della relazione finale della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, aveva disconosciuto la sua testimonianza, sostenendo di non aver mai sostenuto la correlazione tra uranio impoverito e tumori. Oggi, il prof. Giorgio Trenta, presidente dell’Associazione italiana di radioprotezione medica (Airm), torna sui suoi passi e conferma con una mail inviata al presidente della Commissione, Gian Piero Scanu, la correttezza della relazione finale.

Nella risposta a Trenta, il presidente Scano si dice soddisfatto della precisazione del presidente dell’Airm ma anche dispiaciuto per come “lo Stato Maggiore della Difesa, cioè i nostri generali più alti in grado e con maggior grado di responsabilità, abbiano scelto di sfruttare” la dichiarazione di Giorgio Trenta “usando una terminologia offensiva per l’intero Parlamento, definendo ‘inaccettabili’ i contenuti esposti nella relazione conclusiva dei lavori, che pure loro conoscono molto bene. Sarebbe interessante sapere anche chi ha fatto pervenire alle agenzie il testo della sua smentita”. Di seguito, i testi integrali delle due mail.

La mail di Giorgio Trenta a Gian Piero Scanu 

Illustre Presidente,

sono dispiaciuto della polemica innescata da una malinformazione ricevuta da colleghi e da alcuni giornalisti, secondo la quale il documento della Commissione da Lei presieduta avrebbe riportato la mia asserzione sull’uranio impoverito come causa dei tumori. Giusto oggi ho potuto leggere il testo prodotto dalla Commissione nel quale in realtà si riporta testualmente quello che è il mio convincimento e che ho in realtà espresso e cioè: “la responsabilità dell’uranio impoverito nella generazione di nanoparticelle e micropolveri, capaci di indurre i tumori”. Questo in effetti è quanto ho sostenuto, sia nella perizia da Lei citata, sia nell’audizione in Commissione.

La prego di perdonare il fracasso inutile creato da informazioni errate, che cercherò, per quanto mi è possibile, di contrastare.

La mail di Gian Piero Scanu a Giorgio Trenta

Gentile dott. Trenta,

ricevo con soddisfazione la sua mail che conferma, ancora una volta, la correttezza del lavoro portato avanti dalla Commissione che presiedo. Certo resta da chiedersi come mai alcuni esponenti dell’informazione e del mondo scientifico, come lei scrive nella sua mail, abbiano sentito il dovere di “malinformarla” e convincerla a smentire quanto da lei affermato in una perizia giurata da noi riportata in maniera letterale.

Quello che più dispiace è aver visto come lo Stato Maggiore della Difesa, cioè i nostri generali più alti in grado e con maggior grado di responsabilità, abbiano scelto di sfruttare la sua dichiarazione usando una terminologia offensiva per l’intero Parlamento, definendo “inaccettabili” i contenuti esposti nella Relazione conclusiva dei lavori, che pure loro conoscono molto bene. Sarebbe interessante sapere anche chi ha fatto pervenire alle agenzie il testo della sua smentita.

Ancora di più colpisce come esponenti politici di tutti i livelli abbiano sentito il dovere di difendere, utilizzando tutti gli stessi argomenti sostanzialmente errati, quasi ci fosse stato un passa parola, le nostre Forze Armate da un attacco che non è mai esistito .

La relazione conclusiva, e tutto il nostro lavoro in questi due anni e mezzo, sono stati costantemente caratterizzati dalla voglia di offrire maggiore tutela nel lavoro quotidiano per tutte le donne e gli uomini che scelgono di servire il Paese nelle Forze Armate: sopratutto alle centinaia di migliaia di persone che ne costituiscono la base imprescindibile.

Come imprescindibile sono convinto che resterà il contenuto di questa Relazione conclusiva per chi dovrà occuparsi d’ora in poi delle condizioni di lavoro dei nostri militari in tutti i momenti della loro vita professionale.

 

 

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