Nel Poligono di Quirra non sarebbe stato smaltito solo materiale bellico obsoleto, ma “anche armamenti nuovissimi, come decine di missili Nike da 12mila libbre, pericolosi perché contengono tungsteno”. Lo rivela il deputato di Unidos Mauro Pili nel corso dell’esame testimoniale reso di fronte alla Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito dal sottufficiale Massimo Orrù, maresciallo magazziniere in servizio presso il deposito di Serrenti da cui partivano i carichi di armi destinati ai brillamenti.
Ritorna, dunque, sui brillamenti eseguiti nel Poligono di Quirra la Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito. “I brillamenti sono stati centinaia e si sono svolti fino al maggio 2008, da allora lo smaltimento viene effettuato da una ditta privata”, precisa Orrù. L’informazione non sfugge ai commissari. “Siamo in presenza di un elemento di novità, in base al quale i termini per la prescrizione del disastro ambientale non sono ancora trascorsi”, osserva Pili in relazione al processo per omesse cautele contro i comandati del Poligono di Quirra in corso a Lanusei.
Di fronte alla Commissione, Orrù parla in qualità di testimone delle operazioni di smaltimento, anche perché ha fatto parte della Commissione distruttrice che presiedeva materialmente alle esplosioni, assistendovi in prima persona. Che cosa è stato fatto brillare? Orrù fa capire che i missili Nike sono transitati nel deposito di Serrenti, ma erano destinati alle esercitazioni nel poligono di Quirra. “Per il resto – aggiunge il maresciallo – si trattava di munizionamento, bombe comprese, della vecchia Reggia Aeronautica”. “Le buche utilizzate per adagiare il materiale destinato al brillamento potevano contenere fino a 7-800 kg di munizionamento. Nel corso dell’esplosione si alzavano grosse colonne di fumo che andavano dove le portava il vento”, spiega Orrù. Come già emerso nel corso delle audizioni, le polveri così sprigionate potevano dirigersi verso i centri abitati nei dintorni del Poligono.
