Uranio, denuncia di Pili: “Ecco come sono state smaltite le bombe nell’Isola”

Una lunga serie di carichi di bombe da smaltire dirette in Sardegna, il primo nel 1986 – oltre 89 tonnellate di ordigni, 1.141 colli e 15 carri con esplosivi provenienti dalla Sicilia – e l’ultimo nel 2008. La denuncia arriva dal deputato di Unidos, Mauro Pili, che durante una diretta Facebook ha divulgato documenti sull’uso dei poligoni nell’Isola.

“I carichi erano destinati dagli Stati maggiori dell’Esercito e dell’Aeronautica – spiega – materiale pericolosissimo come lo definiscono i report riservati della Difesa”. Cioè, denuncia il parlamentare sardo, “documenti che dovevano scomparire tra i segreti di Stato e che, invece, ora emergono dal lavoro in commissione d’inchiesta”. Nel corso della diretta Pili ha mostrato e pubblicato i documenti dai quali si evincono “tutti i dettagli relativi al primo grande carico che dalla Sicilia è stato trasportato in Sardegna”. In particolare, “emerge una relazione legata all’ispezione tecnica presso il 115° deposito sussidiario di Vizzini (Sicilia) dalla quale si evince non solo il quantitativo e la tipologia dei materiali da smaltire ma anche l’urgenza dell’azione”.

Nei documenti si parla di “materiali dichiarati fuori uso e destinati alla distruzione in quanto pericolosi, ragioni di riservatezza ne sconsigliano l’alienazione con metodologie diverse che non siano il brillamento in ambito forze armate”. Quindi, fa notare il deputato, “quelle che sino al 2008 si sono svolte a Quirra non erano esercitazioni ma smaltimento illecito. Questi documenti sono già a disposizione della commissione d’inchiesta Uranio – svela Pili – e costituiscono il fondamento di un capitolo verità che deve essere ancora scritto”.

Quel che è certo, dice il deputato, è che “lo Stato ha utilizzato la nostra terra come una colonia per fare di tutto”. Ma ora, avverte, “serve uno scatto d’orgoglio per perseguire i colpevoli, l’ultimo fatto è del 2008, quindi non prescritto, e soprattutto la mancata bonifica, reato pienamente in essere. La Sardegna deve essere risarcita sia sul piano penale che civile”.

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