Università, meno soldi alle facoltà di Cagliari e Sassari

Meno fondi per le università sarde: nella tabella dei finanziamenti ordinari pubblicati sul sito del Ministero dell’Istruzione, Cagliari perde l’1,74 per cento passando dai 111,5 milioni del 2016 ai 109,6 milioni del 2017. Stesso decremento percentuale per Sassari, che passa da 67,8 a 66,6 milioni con 1,1 milioni di euro in meno rispetto allo scorso anno. Per il 2017 i fondi complessivi ammontano a 6,982 miliardi di euro totali. Non a tutti è andata male come è successo a Cagliari e a Sassari: 21 atenei hanno visto crescere sensibilmente le risorse. Peggio delle Università sarde soltanto Messina, Palermo e Catania, Siena, Trieste e Bologna. Quest’anno per la prima volta sono stati distribuiti con l’Ffo anche i fondi per la no tax area: prevista dalla legge di bilancio per il 2017, consente agli studenti con Isee fino a 13.000 euro di essere esonerati dal pagamento delle tasse e garantisce tasse ‘calmierate’ a chi ha un Isee fra 13.000 e 30.000 euro. Si tratta di 55 milioni.

L’ottimismo della rettrice di Cagliari, Del Zompo

Meno risorse dal Ministero all’Università di Cagliari sui finanziamenti ordinari rispetto al 2016. Ma alcuni dati dell’analisi delle tabelle pubblicate dal Miur suonano come segnali di incoraggiamento. Lo spiega, in una nota, la rettrice dell’ateneo Maria Del Zompo. In particolare per quanto riguarda i parametri relativi alla didattica, alla ricerca e all’internazionalizzazione. “Siamo molto soddisfatti di aver consolidato il peso dell’Università di Cagliari nel sistema italiano (1.69% contro 1.7% dell’anno scorso) – precisa – perché si tratta di un dato che dipende dal miglioramento di molti indicatori legati alla didattica e alla ricerca. Significa che abbiamo retto la competizione di molti atenei che a loro volta hanno fatto registrare miglioramenti sugli stessi parametri”. Altri dati positivi. “Sulla quota premiale – sottolinea Del Zompo – che oltre a didattica e ricerca riguarda anche l’internazionalizzazione, siamo cresciuti in termini assoluti e in percentuale (quasi 28 milioni nel 2017 contro 23 milioni circa nel 2016, 1.82% del 2017 contro 1.61% del 2016), mentre abbiamo avuto meno bisogno di ricorrere, a differenza di altri atenei, alla quota perequativa, che infatti è diminuita in modo sensibile rispetto all’anno scorso (1.47% del 2017 contro il 2.78% del 2016)”. Il quadro generale, però, porta al segno meno. “Resistono – spiega ancora la numero uno di via Università – alcuni indicatori che ci vedono particolarmente in difficoltà, ma che sono stati recentemente modificati dal Parlamento con il provvedimento sul costo standard basato anche sulle nostre richieste, grazie anche al lavoro dei parlamentari sardi, ma che produrrà i suoi effetti a partire dall’anno prossimo”.

 

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