“You are kindly please leaving of clean toilet. Thanks”. È questa la sorpresa che i visitatori trovano a Nuoro nel bagno della casa natale di Grazia Deledda. Una piccola antologia di strafalcioni in inglese. Tanto che qualche visitatore si è sentito in dovere di correggere a penna: un verbo al passato, poi l’infinito, l’articolo, l’aggettivo spostato alla fine: “You are kindly asked to leave the toilet clean. Thanks”. Ecco la frase scritta in modo corretto. Ma anche a usare un traduttore automatico inserendo la frase italiana – “Siete gentilmente pregati di lasciare i servizi puliti” – il risultato è migliore. Eppure la direzione della Casa-Museo non ha pensato di usare questa piccola cautela. Il risultato: una figuraccia davanti ai tanti visitatori del museo. Di questa figuraccia la piena titolarità spetta all’Istituto etnografico della Sardegna (Isre) che della casa-museo della scrittrice ha la gestione.
Per coincidenza è di appena due settimane fa la polemica tra l’assessore alla Cultura Claudia Firino e l’Isre, il cui direttore è Paolo Piquereddu, sulla riduzione del budget: “La norma che regola il finanziamento dell’Isre – aveva spiegato la Firino – prevede in maniera automatica la ‘compensazione’, ovvero una corrispettiva riduzione del finanziamento, qualora questo, o una sua parte, non vengano utilizzati. Purtroppo l’Isre – aveva concluso la Firino – ha fatto registrare un mancato impegno di spesa di 700 mila euro nel 2012, e di ben un milione e 300 mila euro nel 2013. È per questo motivo che il finanziamento si è automaticamente ridotto.”
Insomma: i soldi c’erano. Ma non sono stati spesi. E nemmeno (ne sarebbero bastati davvero pochi) per incaricare qualcuno di scrivere in modo corretto un avviso di poche righe. E dire che nella casa natale della Deledda sono stati ospitati di recente concerti di musicisti di fama mondiale come Edmar Castaneda e Dave Holland. Speriamo non abbiano avuto la necessità di andare in bagno.
Davide Fara