ARCHIVIO. Tecnico di Capoterra tra i 4 rapiti in Libia. Il sindaco: “Gran lavoratore”

C’è un tecnico di Capoterra (Cagliari) tra i quattro dipendenti della ditta Bonatti di Parma rapiti in Libia. Il suo nome è Fausto Piano (nella foto del suo profilo Facebook). Il presunto sequestro è avvenuto vicino l’insediamento della “Mellitah Oil and Gas“, nel nord del Paese, a 60 chilometri a ovest di Tripoli. L’azienda emiliana è un contractor internazionale per l’industria petrolifera.

Nella cittadina alle porte di Cagliari, Piano, meccanico di 60 anni, è molto conosciuto. Il figlio, che vive e lavora a Capoterra, non parla nemmeno con gli amici, sono momenti di preoccupazione e tensione. Nei primi giorni di luglio Fausto Piano si trovava in Sardegna, lo testimoniano le foto pubblicate sul suo profilo facebook. “Una vacanza per riposarsi qualche giorno – dice un concittadino che lo conosce – per poi ripartire per andare a lavoro nel nord Africa”. C’è molta preoccupazione nel centro Cagliaritano. “Speriamo che tutto si concluda per il meglio – sottolinea una vicina di casa – è una persona splendida”. In tensione anche il primo cittadino Francesco Dessì: “Fausto è un gran lavoratore, una bravissima persona, siamo tutti preoccupati, speriamo che li rilascino presto”. Il meccanico da molti anni lavora all’estero e come città di residenza, nel suo profilo, ha infatti inserito Tripoli. “Ha fatto molto spesso il trasfertista – aggiunge una residente di Capoterra – lavorava come meccanico, lo stesso lavoro che fa il figlio”.

Insieme a Piano sono stati rapiti Gino Tullicardo, Filippo Calcagno e Salvatore Failla. Le famiglie sono state avvisate già da ieri. I colleghi dei quattro hanno affisso un cartello fuori dalla’azienda: “Freedom for Gino, Filippo, Salvo e Fausto (libertà per…)”, si legge.

Il Corriere della Sera, riportando fonti locali “citate dall’agenzia Afrigate, gli italiani sono stati rapiti nei pressi Zuaia, città sotto il controllo delle milizie islamiste che appoggiano il governo di Tripoli”. Secondo l’emittente al Jazeera, gli italiani sarebbero stati sequestrati da uomini vicini al cosiddetto “Jeish al Qabail” (L’esercito delle Tribù)”.

 

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