Uccide la madre e tenta il suicidio, gli inquirenti: “Era depresso da tempo”

Pietro Mavuli, l’uomo di 63 anni che ieri sera ha ucciso la madre di 91 anni, Antonia Luigia Dettori, nella loro abitazione di Anela, era depresso da diverso tempo. È l’unico dettaglio che emerge dalla cortina di silenzio eretta dagli investigatori, che attendono di poterlo interrogare quando starà un po’ meglio.

Al momento l’uomo è ancora piantonato nell’ospedale San Francesco di Nuoro, dove ieri è deceduta anche sua madre, ferita mortalmente con due colpi di coltello alla gola e al torace. Il matricida viveva con la sua vittima, ma negli ultimi tempi il peso dell’esistenza gli sembrava insopportabile. A quanto pare, Mavuli aveva architettato di uccidersi, ma non voleva lasciare l’anziana madre da sola. Ha atteso che la badante rumena di 46 anni uscisse di casa insieme a uno dei suoi tre fratelli e alla cognata e ha ucciso la vecchina, ormai allettata da tempo a causa degli effetti degenerativi della sindrome di Alzheimer.

Geometra stimato, ha esercitato a lungo la libera professione, gestendo incarichi anche per conto della Comunità montana del Goceano e per il Comune di Nuoro. Ha sempre abitato con la madre alla quale ieri ha tolto la vita prima di chiudersi nella propria camera per cercare di farla finita. Proprio in quel momento la badante è rientrata in casa e ha fatto scattare l’allarme.

In attesa di conoscere l’esito dell’autopsia, che non sarà effettuata prima di domani, anche il paese – dal commissario che amministra il Comune al parroco, che in questi giorni è fuori sede, fino all’intera comunità – ha deciso di chiudersi nel silenzio più assoluto.

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