Tuvixeddu, Legambiente chiede incontro urgente al Ministro Bray: “Area minacciata da degrado e incuria”

La più grande necropoli punica al mondo minacciata da degrado, incuria e inerzia: lo scenario che si prospetta per l’area di Tuvixeddu, nel cuore di Cagliari, non sembra dei più felici. Il quadro poco idilliaco di lavori in corso e monumenti abbandonati è stato raccontato questa mattina dai rappresentanti di Legambiente, associazione che da oltre vent’anni si occupa della valorizzazione del compendio archeologico-paesaggistico di Tuvixeddu e Tuvumannu: per salvare l’area oggi chiedono un incontro a Massimo Bray, Ministro ai Beni Culturali, affinché il sito sia inserito nei piani strategici del Governo e sia finalmente tutelato e fruibile per tutti.

“Mentre cresce l’importanza nazionale ed internazionale del sito, paradossalmente ampie zone del compendio sono interessate da un progressivo degrado”, ha denunciato Vincenzo Tiana, presidente di Legambiente, durante l’incontro con la stampa convocata in uno dei luoghi simbolo della Cagliari antica, la Grotta della Vipera. “Si allunga l’elenco delle tutele nell’area ma stentano ad essere costruiti e resi operativi gli strumenti per arrivare ad una soluzione generale di recupero e valorizzazione: ecco perché gli appelli al Ministero, alla Regione, al Comune, è indispensabile un piano strategico che metta insieme tutte le forze politiche e istituzionali, anche in vista della nuova programmazione economica comunitaria”.

Tuvixeddu-Tuvumannu non è solo archeologia: alla necropoli con tombe ipogeiche di età punica, testimoni di un abitato ricco ed esteso pari solo a quello di Cartagine, e alle tombe monumentali romane si affiancano il sistema minerario attivo dalla preistoria, le postazioni antiaeree della seconda guerra mondiale,le architetture liberty e una grande area verde, il tutto per un’estensione di circa 60 ettari nel centro della città: un patrimonio immenso dove convivono cultura, ambiente e una storia millenaria. L’importanza di Tuvixeddu è nota sin dalla fine dell’Ottocento con le notizie pubblicate da Giovanni Spano; nel 1912 Antonio Taramelli, allora Soprintendente ai Beni Culturali, pubblicava i risultati dei primi scavi archeologici sulle tombe di Sant’Avendrace e negli anni successivi l’area fu interessata da diverse indagini, anche se la necropoli era stata già gravemente danneggiata da attività di cava e tombaroli; dagli anni Settanta furono scoperte e scavate le tombe più ricche, quella di Sid e quella dell’Ureo, con le splendide pitture in stile egizio.

Molti dati su Tuvixeddu sono andati perduti (insieme a tantissimi gioielli e corredi funerari dispersi nel mercato clandestino) ma non c’è dubbio che la necropoli fosse la più imponente ed estesa del Mediterraneo. Negli ultimi anni la situazione già compromessa dei colli è stata interessata da un contenzioso amministrativo-giudiziario tra Comune, regione e CoImpresa: in favore della salvaguardia si sono espressi due anni fa Consiglio di Stato e TAR Sardegna, che hanno sancito ancora una volta il grande valore dell’area e bloccato i lavori di edilizia. “Chiediamo che l’impegno già sottoscritto da tutte le forze politiche regionali sia accolto anche dal Governo”, ha sottolineato il senatore Luciano Uras. “Abbiamo un patrimonio inestimabile ed è giusto che torni ad essere un bene fruito da tutta la città”. Ad appoggiare la richiesta di Legambiente questa mattina anche il deputato PD Francesco Sanna: “il compendio Tuvixeddu-Tuvumannu deve essere non solo conservato e protetto, ma visto come una risorsa culturale ed economica per Cagliari”.

Nell’ottica di salvaguardia e valorizzazione dell’area è fondamentale che le istituzioni trovino un obiettivo comune, come ha ricordato Paolo Frau, assessore all’Urbanistica del comune di Cagliari: “I lavori che il Comune ha avviato nella zona stanno per essere ultimati: dopo sarà indispensabile la collaborazione tra tutti gli enti. La città ha bisogno di riappropiarsi di questo patrimonio, lo dimostra anche l’enorme numero di visitatori che affollano l’area nei giorni di apertura al pubblico”. Durante l’ultima edizione della Settimana della Cultura, lo scorso aprile, il sito di Tuvixeddu è stato il più visitato di tutta l’Italia: la creazione del parco paesaggistico e archeologico non può più essere rimandata.

Francesca Mulas

Foto: Dietrich Steinmetz

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