Torri di Cagliari in pericolo, intesa Soprintendenza-Comune

Una convenzione di nove anni, con proroga di altri nove, tra Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici e Comune di Cagliari per il futuro delle torri simbolo di Cagliari, Elefante e San Pancrazio. È pronta e potrebbe essere firmata prestissimo: sono stati definiti gli ultimi dettagli e dovrebbe prevedere una gestione da parte del Municipio con oneri su manutenzione e restauro in cambio dell’azzeramento del canone di concessione. Ma sulla riapertura al pubblico dei due monumenti si devono aspettare gli esiti di una perizia del Comune sui danni provocati alle strutture interne in legno verosimilmente da un parassita.

“Per il momento sapere quando le due torri saranno riaperte – spiega all’Ansa il Soprintendente ai beni architettonici e paesaggistici Fausto Martino – è impossibile: tutto dipende dal livello di compromissione delle strutture. Ci sono due possibilità. Se non dovesse essere necessario sostituire in toto gli ‘impalcati’ i tempi dovrebbero essere più stretti. Diverso il discorso se dovesse essere rilevata la necessità di sostituire tutte le strutture: in quel caso i tempi si allungherebbero notevolmente. Siamo i primi a sperare per la riapertura – aggiunge Martino – Ma al momento possiamo solo aspettare”. Riguardo la torre di San Pancrazio la Soprintendenza, per alleggerire il Comune dal peso degli interventi, ha già chiesto un finanziamento del Ministero. Il futuro però passa da un un nuovo tipo di rapporto tra proprietario (demanio) e concessionario (Comune). “Il rapporto era definito da un’intesa del 1993 – spiega ancora Martino – che si è esaurito nel 1994 e in qualche modo è stato tacitamente prorogato. Proprio per questo una delle prime nostre iniziative è stata quella di preparare un nuovo accordo: ora ci siamo”. Qualche scricchiolio tra Soprintendenza e Comune c’è stato per gli interventi sulla torre dell’Elefante. Un problema che poi è diventato oggetto di un’inchiesta dell’autorità giudiziaria. Ma dalla Soprintendenza arrivano netti segnali di distensione: “Soltanto un malinteso tra noi e il Comune”, liquida la faccenda Martino.

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