Dopo l’incidente stradale che l’ha reso tetraplegico, inchiodato su una sedia a rotelle e paralizzato dal collo in giù, l’assicurazione gli aveva offerto un indennizzo di 50 mila euro. Ma ne dovrà sborsare quasi 3 milioni e mezzo dopo la causa civile intentata da R. un ventottenne di Assemini, nel Cagliaritano, rimasto vittima di un incidente nell’estate del 2013. Era il passeggero di un’auto che si è ribaltata su una strada provinciale: ricoverato in gravissime condizioni all’Unità Spinale dell’Ospedale Marino di Cagliari, la diagnosi finale era stata da subito pesantissima. Dopo le prime cure, il giovane si era rivolto alla società Studio Blu di Assemini che si occupa di risarcimenti, infortunistica stradale e responsabilità professionale.
La compagnia assicurativa dell’auto su cui il giovane viaggiava si era limitata a formulare un’offerta di 50 mila euro, chiaramente insufficiente per far fronte alle gravi difficoltà che il giovane dovrà sopportare nel futuro. Da qui la decisione di chiamare in causa davanti al Tribunale civile di Cagliari con l’avvocato Massimo Palisi, legale di riferimento della società di consulenza che tutela il ventottenne. Il giudice Maria Grazia Cabitza ha convocato amici, colleghi di lavoro, parenti del giovane per valutare la portata del danno non patrimoniale e personalizzarlo, come prevede anche la Cassazione. Al termine dell’istruttoria ha convalidato in massima parte le richieste di risarcimento formulate dai legali del giovane. Il risultato finale è stata una conciliazione – operata dallo stesso giudice Cabitza – con la quale la compagnia assicurativa ha riconosciuto un maxi risarcimento da quasi 3 milioni e mezzo di euro comprensivi anche del danno ai familiari della vittima. “Un’unica amarezza – si legge in una nota della società che ha affiancato il giovane nella battaglia legale – l’entità dei risarcimento non restituirà a Renato la vita precedente all’incidente”.
