Summit in Sardegna tra Berlusconi e Nazarbayev. La smentita da Palazzo Grazioli

Un incontro segreto dell’ex premier col dittatore kazaco il giorno dopo l’appello al governo italiano del dissidente Ablyazov, marito di Alma Shalabayeva, espulsa dall’Italia assieme alla figlia.

Sabato 6 luglio – il giorno dopo la richiesta del dissidente kazako Muktar Ablyazov al premier Enrico Letta di far chiarezza sulle deportazione in Kazakhstan di sua moglie Alma e della loro bambina di 6 anni Alua – Silvio Berlusconi incontrò in Sardegna il dittatore kazaco Nursultan Nazarbayev in una villa di Puntaldìa (San Teodoro). L’incontro durò un paio d’ore. Poi l’ex premier italiano, che era giunto a Puntaldìa in elicottero, ripartì per Roma.

La notizia – che viene data dal quotidiano l’Unione sarda oggi in edicola – getta una nuova luce sinistra sulla vicenda di Alma Shalabayeva e della piccola Alua, fermate a Roma nella notte tra il 28 e il 29 maggio e poi espulse, con una procedura totalmente irregolare, il 31 maggio.

La smentita da Palazzo Grazioli. Ma da Roma arriva una stringata smentita ribattuta dall’Ansa: “Sabato scorso, 6 luglio, contrariamente a quanto riporta stamani un quotidiano sardo, citato a sua volta da agenzie di stampa, il presidente Berlusconi si è trattenuto tutto il giorno nella sua residenza di Arcore. In nessun altro giorno il presidente Berlusconi si è recato in Sardegna e non ha mai incontrato il presidente Nazarbayev durante il suo soggiorno in Italia”. Così si legge in un comunicato diffuso da Palazzo Grazioli.

Una vicenda  che sta facendo tremare il governo e che ha determinato la presentazione da parte del Movimento 5 Stelle di una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Il quale sostiene di essere stato tenuto all’oscuro di tutto e di essere stato ingannato.

Dunque il 6 luglio – quando il caso della “deportazione” di Alma Shalabayeva è sui giornali di tutto il mondo – Berlusconi si reca segretamente in Sardegna e incontra Nazarbayev. Il giorno prima, in un’intervista a La Stampa, Muktar Ablyazov, esiliato dal 2009 a Londra, aveva descritto così l’arresto e l’espulsione della moglie: “Alma chiedeva l’asilo mentre è stata obbligata a salire su un jet privato. Non è passata attraverso controlli o dogana. Sul’’aereo né lei né mia figlia avevano dei documenti. Sono state prese in custodia da due diplomatici del Kazakhstan. A bordo Alma aveva paura, ha tentato di non piangere per non mettere paura ad Alua. Il jet era lussuoso, aveva hostess russofone. Vi è stata tensione in cabina perché da terra la mia famiglia tentava di bloccare l’aereo, chiedendo la concessione dell’asilo. Arrivate in Kazakhstan, le stavano aspettando, le hanno messe in un’auto, filmate, hanno passato la dogana senza passaporti. Ad Alma hanno formalizzato l’indagine, con la data del giorno successivo all’arresto in Italia, è stata incriminata e non può lasciare Almaty“. (Almaty è la città del Kazakhistan dove attualmente si trovano Alma e Alua, nella casa dei nonni, ndr).

Un’espulsione totalmente irregolare, definita “deportazione” dalla stampa britannica, interpretata come un “favore” fatto dall’Italia al dittatore kazaco, partner dell’Eni e amico personale di Silvio Berlusconi. Ablyazov (classe 1963, banchiere, imprenditore e politico) è invece uno dei principali nemici di Nazarbayev. Nel 2001 fondò un partito di opposizione ed entrò in conflitto col regime, fino a essere accusato di reati gravissimi e a essere costretto alla fuga.

Il sospetto che il legame tra il dittatore kazaco e l’ex premier italiano abbia avuto un qualche peso nella vicenda dell’espulsione è stato avanzato nei giorni scorsi dalla stampa internazionale. L’inglese Telegraph, ha ricordato che nel 2010 il Kazakistan avvisò la Gran Bretagna che se avesse concesso asilo politico ad Ablyazov i contratti petroliferi con le compagnie di sua maestà sarebbero stati annullati. Il sospetto è che l’Italia sia stata sottoposta a un analogo ricatto, e abbia ceduto.

“L’amicizia tra Berlusconi e il presidente kazako – ha dichiarato il parlamentare democratico Felice Casson all’Huffington Post – getta un’ombra pesante sulla vicenda. Vanno condotti accertamenti e chiederò che sia Letta a occuparsene in prima persona. Non lo può fare il ministro dell’Interno Alfano, che è sotto accusa nella stessa vicenda…”.

In questo contesto, la clamorosa notizia riportata oggi da l’Unione sarda. Secondo cui Nazarbayev sarebbe giunto in Sardegna giovedì 4 luglio ed è ripartito otto giorni dopo, cioè venerdì 12 luglio. Spettacolare lo sbarco da un panfilo ormeggiato in rada alla costa, con la scorta di due enormi gommoni con una ventina di body guard in abito scuro. Discreta, invece, la visita di Berlusconi. Seguita da un colloquio al quale avrebbe partecipato anche qualche altro personaggio “fidatissimo”. Nessuna indiscrezione, ovviamente, sui contenuti della conversazione. Una sola certezza corroborata da due testimoni oculari (che hanno chiesto la garanzia del totale anonimato): “L’incontro è avvenuto”.

N.B.

 

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