Sulcis: poche nascite, reparti aperti a rotazione. La rabbia e le proteste

Non accenna a placarsi la bufera che sta travagliando la sanità del Sulcis Iglesiente. Da lunedì il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Santa Barbara di Iglesias non potrà più operare. Lo comunicano i rappresentanti dei lavoratori che si dicono “sconcertati” per la gravità del provvedimento. “Siamo veramente disorientati per l’atteggiamento e per i metodi adottati, ancora una volta, dal Commissario – commenta Antonello Congiu, della Cgil Funzione pubblica. Il provvedimento, dunque, è stato adottato dal Commissario straordinario della Asl 7 di Carbonia Iglesias, Antonio Onnis, che “tramite semplici comunicazioni verbali attraverso il primario di quel reparto – dichiara Giorgio Madeddu dell’associazione Amici della Vita – ha disposto l’accorpamento del personale di Iglesias  (medici, ostetriche e infermieri) a quello dell’ospedale Sirai di Carbonia, l’unico a operare in modo esclusivo per tutto il mese di luglio”.  Stessa cosa si ripeterà ad agosto ad ospedali invertiti: quando tutto il personale di quel reparto si dovrà “spostare” nuovamente a Iglesias per operare in modo esclusivo nell’ospedale Santa Barbara con la sospensione, quindi, di tutte le attività a Carbonia. “Tutto ciò – conclude Madeddu – è dimostrazione di profonda inaffidabilità”.

Il Commissario della Asl 7, Antonio Onnis, sentito telefonicamente nella tarda serata di ieri, conferma il provvedimento: “ Nel merito della questione abbiamo fatto le conferenze dei servizi con i sindaci, dichiara il commissario, e abbiamo interloquito con i sindacati del personale sanitario tenendo presente ciò che prevede il decreto ministeriale n. 70 del 2 aprile 2015 in merito agli standard ospedalieri che prevedono norme molto precise che devono essere applicate”. Questione di numeri, spiega il commissario del Sulcis: le nascite sono troppo poche. “Di questo – aggiunge – abbiamo parlato anche nel consiglio comunale di martedì a Iglesias. Nello specifico dei reparti di ostetricia e ginecologia di Iglesias e Carbonia, come ho già avuto modo di dichiarare, è insostenibile la tesi di mantenere attivi entrambi i reparti con all’attivo solo 250 nascite all’anno, quando la norma citata prevede un punto nascita ogni 500 nascituri. Il calo demografico nel Sulcis non è un opzione, è una realtà, precisa il manager Asl. E la sanità deve risponderne in termini di sicurezza. Due punti nascita con questi numeri non assicurano un livello di sicurezza accettabile. Invece con l’accorpamento del personale in un unica struttura, la cui ubicazione non è per me di fondamentale importanza, si mantiene un alto livello di sicurezza e efficienza, potendo contare su 16 medici ginecologi, altrettante ostetriche e personale paramedico, che possono assicurare un livello di copertura totale. Tutto ciò a vantaggio della sicurezza dell’utenza e del territorio”.

Nessun licenziamento, nessuno stop: sostiene di Onnis, che precisa ancora: “La nostra Asl non sta ricercando risparmi fini a se stessi perché non stiamo licenziando nessuno. Anzi, stiamo assumendo nuovo personale. A chi evidenzia, poi, il disagio che devono affrontare le future mamme di Iglesias o Carbonia che devono recarsi in questo o quell’ospedale, a seconda dei casi, ricordo che sono tanti i casi in cui è stata scelta Cagliari per la nascita dei propri figli”. E cita anche il caso, estremo, delle neomamme di Carloforte che per partorire devono affrontare perfino un viaggio in traghetto: “La cosa importante – conclude Onnis – è che al loro arrivo trovino una struttura adeguata in grado di dare una assistenza con un livello di sicurezza secondo i più moderni standard sanitari”.

Il no del Consiglio comunale. Martedì, come detto, c’è stato un incontro tra il commissario e il consiglio comunale di Iglesias, aperto alla cittadinanza, durante il quale gli è stata ribadita, con una delibera consiliare, l’assoluta contrarietà di tutto il consiglio a chiusure, anche temporanee, di qualunque reparto o, peggio ancora, di ospedali interi. “Questa mattina alle 10 – aggiunge Efisio Aresti, della Uil – è prevista una manifestazione di protesta presso l’ufficio del Sindaco di Iglesias Emilio Gariazzo, medico chirurgo dell’ospedale Santa Barbara, al quale verrà chiesto di emanare una ordinanza con cui bloccare la sospensione dei servizi di ostetricia e ginecologia. Valuteremo successivamente ulteriori azioni di contestazione”.

Carlo Martinelli

Leggi anche: Riorganizzazione Asl 7, a Iglesias i toni delle proteste si fanno sempre più duri

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